Nello stesso giorno in cui a Sassuolo si legge della demolizione di un palazzo tristemente famoso, a Modena invece troviamo la consueta cronaca nera, nei soliti posti. Il cosiddetto Hotel Eroina è ancora una volta scenario di un atto di violenza fra stranieri.


E’ di pochi giorni fa la nostra conferenza stampa tenuta proprio sui sassi e i rifiuti del terreno adiacente via Attiraglio, dove i fatti sono avvenuti, e che con la sua desolazione testimonia la scarsa volontà di riqualificare una zona a pochi passi dal centro, a favore dei soliti noti, a danno della territorio, e delle tasche dei consumatori. Questo in barba al portierato sociale, e ai presunti atti dell’amministrazione comunale per riqualificare la zona. Come si fa seriamente a pensare di recuperare un luogo che ha di fianco una spianata di detriti, prediletto per il mercato serale quotidiano di spaccio e consumo di droga?

Del resto sono di pochi mesi fa le cifre snocciolate dalla Provincia che parlano di un fenomeno immigrazione in crescita, testimoniato anche dal carcere, sovraffollato a causa di un elevato numero di stranieri, che arriva a più del 70% della popolazione carceraria del Sant’Anna. Un provvedimento che portasse ad esempio i clandestini in carcere a scontare la loro pena nei paesi d’origine, svuoterebbe il carcere di Modena riportandolo molto vicino ai 212 posti che prevede la sua capienza originaria, ben al di sotto dei 550 attuali, e dei 400 ritenuti la soglia limite. Oltre a funzionare da deterrente per chi sa che “l’ospitalità” delle carceri in molte nazioni è ben peggiore della nostra. Ma questo non piace alle “anime belle” della sinistra.
Insomma tutti questi eventi e dati permettono di dire che esiste un problema immigrazione a Modena senza essere accusati di razzismo? Si può dire che non è xenofobia, e fa male soprattutto agli stranieri integrati e in regola avere zone delle città porto franco per chi ha comportamenti antisociali?
Uno dei provvedimenti che vorrei affrontare da subito se fossi eletto Presidente della Provincia, è proprio il ruolo della consulta sull’immigrazione. I numeri infatti non bastano per affrontare il fenomeno. Ma dovrebbero essere usati per capirlo, e ricevere proposte operative da chi studia il fenomeno. Soprattutto se accanto ai numeri ufficiali, fossero fatte proiezioni sul fenomeno sommerso della clandestinità, spesso in aumento più che proporzionale rispetto agli stranieri in regola, ben accetti, e risorsa preziosa da sempre per il tessuto produttivo locale.
Dall’edilizia, alla pianificazione territoriale delle città, la Provincia deve tener conto di una società cambiata, perché non si realizzino più mostruosità come il S. Matteo a Sassuolo, o l’Errenord e il Windsor Park di Modena.

Avv. Luca Ghelfi, PDL
Candidato alla presidenza della Provincia di Modena