Sono due francesi, da tempo residenti in Belgio, i due ‘portavoce’ di al Qaeda in Europa individuati dalla Polizia italiana. Nei loro confronti la Digos della Questura di Bari e il Servizio Centrale Antiterrorismo dell’Ucigos hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale.

A quanto apprende l’ADNKRONOS, i due provvedevano a diffondere attraverso un sito internet video e messaggi di matrice terroristica, opportunamente tradotti. Secondo gli investigatori, inoltre, i due avrebbero avuto a disposizione armi ed esplosivi per colpire anche l’aeroporto Charles De Gaulle a Parigi. I due, rispettivamente 62 e 33 anni, erano già stati arrestati nel novembre scorso per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Proprio da quell’arresto sono scattate le indagini della Polizia che hanno portato all’emissione delle ordinanze. Secondo gli investigatori, i due avrebbero partecipato alla progettazione di attentati terroristici in Francia e Gran Bretagna e avrebbero anche arruolato terroristi che avrebbero dovuto compiere azioni suicide in Iraq e Afghanistan. Il 62enne sarebbe una vera e propria guida spirituale, uno sceicco impegnato in un’instancabile opera di proselitismo per al-Qaeda. L’altro è invece un ingegnere informatico convertito che, a quanto emerso dalle indagini, dispone del know how necessario per portare avanti sul web la propaganda necessaria ad alimentare l’organizzazione terroristica.

”Si tratta di soggetti di grande spessore – sottolinea un investigatore – e la documentazione acquisita, di assoluto rilievo, dimostra al di la’ di ogni ragionevole dubbio l’impegno dei due quanto meno nell’attivita’ propaganda e di proselitismo finalizzato soprattutto alla guerriglia in Afghanistan. Inoltre, entrambi erano consapevoli di costituire un volano essenziale per Al Qaeda. Insomma, siamo di fronte a due elementi fondamentali nella trasmissione delle informazioni del mondo terroristico”. A quanto apprende l’ADNKRONOS, il riferimento alla città di Parigi sarebbe emerso in una conversazione sulla quale poi gli investigatori italiani si sono confrontati con le autorità di polizia estere interessate. ”Le intercettazioni – riferisce un investigatore – sono state importanti, certamente rilevanti, ma non qualificano, perché il lavoro di indagine è stato fatto a 360 gradi ed è stato importantissimo soprattutto sul fronte della prevenzione”.

Fonte: Adnkronos