I Cobas della scuola sono scesi oggi di nuovo in piazza per protestare contro i tagli del governo. Si sono dati appuntamento a Roma, sotto la sede del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere, per contestare i provvedimenti attuati dal ministro Gelmini e quelli in discussione in Parlamento come il disegno di legge Aprea.

”No ai tagli degli organici”, ”No alla distruzione della scuola pubblica” sono i due striscioni che campeggiano sulla scalinata del ministero dove il portavoce nazionale del sindacato di base, Piero Bernocchi, ha illustrato le motivazioni della protesta che si sposterà a Piazza Navona dove i manifestanti saranno raggiunti dagli studenti dell’Onda.”In autunno – ha detto Bernocchi – la lotta contra la Riforma Gelmini èstata forte, ma sono stati ottenuti pochi risultati perché il governo è stato sordo e, ciò che è più grave, è che l’opposizione è stata inesistente accettando di fatto tutti i passaggi della Riforma”. I Cobas, ha sottolineato, sono oggi nuovamente in piazza, per la terza volta, per contestare il taglio di 57 mila posti di lavoro, tra docenti e Ata. ”I tagli previsti per il prossimo anno – ha detto ancora Bernocchi – non hanno precedenti nella scuola del dopoguerra. I precari verranno espulsi in massa ed hanno un’età compresa tra i 40 e 55 anni e si ritroveranno fuori dal mondo del lavoro, per altro in una situazione economica non buona”. Sotto accusa anche la legge Aprea, ”ormai in dirittura d’arrivo”, che verrà approvata ”entro l’estate” e che, ha spiegato Bernocchi ”trasformerà le scuole in fondazioni private dando più poteri ai capi di istituto che potranno decidere di assumere e licenziare”, nonché la progressione di carriera dei docenti tra quattro fasce. ”Anche nell’università – ha aggiunto il leader dei Cobas – ci sarà un meccanismo analogo con strutture private che non hanno obbligo di finanziamento e porterà ad una lotta spietata tra gli atenei per i finanziamenti pubblici. E tutto ciò sta avvenendo nel silenzio dei docenti e dei collaboratori che non sanno realmente quello che sta accadendo”. Infine, un ultimo accenno a quello che Bernocchi ha definito un aspetto ”grave e cinico” che riguarda le zone terremotate. ”I tagli – ha concluso Bernocchi – riguarderanno anche l’Abruzzo e le zone terremotate. All’aquila non ci sono più scuole e, non è stata programmata nessuna struttura ma i tagli agli organici vengono mantenuti. E questo è un aspetto grave e cinico”.

Fonte: Adnkronos