Capita spesso di sentir parlare di ‘acquedotti colabrodo’, dimenticando che la vera emergenza italiana riguarda la fognatura e la depurazione, non gli acquedotti: infatti, il 15% del Paese non ha ancora fognature e il 30% non ha depuratori. E’ quanto emerge dala fotografia delle infrastrutture idriche, scattata dal Blue Book, il libro a cura di Utilitatis in collaborazione con Anea, presentato oggi a Bari. anno).

Di questi il 49,7% ”sarebbero diretti al comparto acquedottistico (sia per nuove reti ed impianti che per manutenzione) mentre il 48,3% alla fognatura e depurazione”.esborso medio mensile) 98 euro/anno di Roma. interno di altre imposte”, Italia ha dunque le tariffe tra le più basse del mondo e ne paga le conseguenze. Le tariffe, si rileva nel ‘Blue Book’, ”sono basse ed aumenteranno per far fronte alla necessità di investimenti per la rete e per gli impianti. La Tariffa Reale Media del 2009 risulta pari a 1,29 euro/mc. La previsione di crescita indica il raggiungimento di 1,57 euro/mc nel 2020. La legge prevede che la tariffa debba ‘coprire i costi di gestione’. Nella realtà questo non avviene. I costi di gestione aumentano e le tariffe restano ferme. Il risultato è la mancanza di risorse per effettuare investimenti di manutenzione e realizzazione di nuovi impianti, che permetta, ad esempio, di raggiungere anche per la fognatura e la depurazione il livello di copertura del servizio a tutta la popolazione. utenza standard con consumo annuale di 200 mc (duecento mila litri di acqua) nel 2008 gli esborsi più elevati sono stati registrati ad Agrigento (440 euro/anno), seguita da Arezzo (410 euro/anno), Pesaro e Urbino (409 euro/anno). La spesa più contenuta si è avuta a Milano (103 euro/anno), Treviso e Isernia (rispettivamente con 108 e 109 euro/anno). I motivi di queste differenze da 100 a 400 euro/anno, si rileva nel ‘Blue Book’ curato da Utilitatis e da Anea, dipendono da diversi fattori, in ogni caso il fattore territorio (approvvigionarsi di acqua, ad esempio, è più agevole a Milano che ad Agrigento) svolge un ruolo determinante e sempre a Milano vi è una concentrazione di utenza (con relative economie di scala) che ha pochi equivalenti sul territorio nazionale.

Fonte: Adnkronos