bilanciaI disturbi del comportamento alimentare come l’anoressia, la bulimia e altri gravi disagi analoghi sono un fenomeno in crescita soprattutto fra i giovanissimi, da qui l’importanza del convegno del 26 giugno dedicato all’approccio interdisciplinare di équipe a queste malattie, organizzato dal Dipartimento di Salute mentale diretto da Claudio Ferretti e da quello di Medicina, Endocrinologia, Metabolismo e Geriatria diretto da Nicola Carulli. L’iniziativa, oltre all’aggiornamento sugli aspetti clinici, ha lo scopo di presentare il nuovo modello organizzativo della Regione Emilia Romagna per la diagnosi e la terapia: l’obiettivo della Regione infatti è attivare in tutte le province uno specifico sistema di cura ispirato a linee guida comuni. Il convegno, che avrà inizio alle ore 9 e si concluderà alle 19 nell’auditorium del Centro Famiglia di Nazareth, in via Formigina 319, sarà aperto dal direttore generale dell’Azienda Usl di Modena Giuseppe Caroli.

La frequenza di questi disturbi è in aumento: colpiscono maggiormente pazienti di sesso femminile (ma anche maschi, e in forma più grave), con incidenza maggiore nella fascia di età fra i 14 e i 25 anni, anche se in realtà ne sono vittime anche soggetti più piccoli e più anziani, con casi di pazienti di età fino a 60 anni. In provincia di Modena si stimano circa 110-180 casi di anoressia nervosa, 350-800 casi di bulimia nervosa, e fra i 500 e i 2000 casi di forme intermedie. Si stima poi che vi sia un’incidenza di circa 200 nuovi casi all’anno. Un fenomeno raro ma in aumento fra i maschi è la “vigoressia”, legata all’eccessiva preoccupazione per l’aspetto del proprio corpo: è un atteggiamento che può assumere connotati patologici, portando a un’alimentazione scorretta, all’assunzione inadeguata di integratori e al conseguente manifestarsi di seri problemi di salute.

I disturbi del comportamento alimentare costituiscono una vera malattia, come definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il nucleo patologico è costituito da un’alterata autovalutazione da parte del paziente riguardo agli aspetti del proprio corpo, dell’alimentazione e del peso. La loro diffusione è favorita da aspetti culturali e mediatici (la pubblicità per la magrezza e modelli di salutismo, modelli nello sport, nella danza e nel mondo dello spettacolo). Causano grande sofferenza fisica e psichica e gravi difficoltà per le famiglie, che temono per la vita dei loro figli. Determinano complicanze mediche e psicologiche rilevanti come la cosiddetta sindrome da digiuno, le conseguenze del vomito, fino al decesso nel 4-18% dei casi, oltre che aspetti depressivi.

Se non riconosciuti e curati adeguatamente e tempestivamente con programmi intensivi appropriati, i disturbi si cronicizzano, con esiti invalidanti e con gravi costi per il Sistema Sanitario Nazionale (sono frequenti i ricoveri ripetuti, spesso della durata di mesi). Al contrario un percorso dedicato strutturato intensivo e appropriato consente oggi la guarigione fino al 60-70% dei casi, a differenza che fino a 10 anni fa, in cui tali percentuali erano inferiori al 50%.

L’Azienda USL di Modena ha attivato a livello sperimentale già da tre anni l’Equipe Aziendale per i disturbi del comportamento alimentare, che ha sede presso il Nuovo Ospedale S. Agostino-Estense. Ne fanno parte operatori del Presidio ospedaliero (medici-nutrizionisti) e del Dipartimento di Salute Mentale (psichiatri, psicologi e neuropsichiatri infantili). L’équipe si riunisce una volta alla settimana, esamina i casi dei pazienti, effettua la diagnosi e propone il programma terapeutico interdisciplinare. In tal modo, sono stati fino ad oggi presi in considerazione un terzo dei nuovi pazienti, circa 70 all’anno. Il prossimo obiettivo dell’Azienda USL, in coerenza con le indicazioni della Regione, è la definizione ufficiale del sistema provinciale di cura dei disturbi del comportamento alimentare, con il coinvolgimento del Dipartimento di Salute Mentale, del Presidio Ospedaliero e dei Dipartimenti di Cure primarie, Medici di famiglia e Pediatri di Libera Scelta e Dipartimento di Sanità Pubblica, ognuno per le proprie competenze.