saldiSaldi estivi al via dal due luglio. Si parte da Napoli. Seguono Genova, dove gli acquisti scontati cominceranno il 4 luglio mentre a Roma, Milano, Torino, Venezia, Bologna, Bari, Ancona e Trieste l’inizio dei saldi è previsto per il 5 luglio. Lo ricorda la Confcommercio sottolineando come ogni famiglia spenderà in media poco più di 280 euro per l’acquisto di articoli in saldo. Il valore complessivo dei saldi estivi si aggirerà intorno ai 4 miliardi, afferma l’associazione, con un’incidenza dell’11,2% sul fatturato annuo del settore.Neanche i saldi estivi rilanciano i consumi

Sconti e ribassi non sono bastati quest’estate a rilanciare i consumi nei negozi. I consumatori sembrano essersi fermati di fronte alle vetrine e così l’operazione saldi, partita all’inizio del mese per risollevare una stagione nera per i consumi, sembra essersi rivelata un flop.

A tracciare un quadro deludente per i commercianti è il presidente di Federmodaitalia-Confcommercio, Renato Borghi, che anticipa, sulla base dei primi dati disponibili, come le aspettative del settore sono rimaste inappagate. “I saldi sono andati meglio rispetto alla piena stagione, ai mesi cioè di aprile, maggio e giugno che si sono chiusi con una flessione del 5% dei ricavi. Tuttavia le aspettative dovute alla consistenza degli stock di magazzino, rimasti in gran parte pieni proprio per la debole domanda manifestasi fino a giugno, sono state deluse”. Rispetto allo scorso anno, “che già non è stato entusiasmante”, continua il presidente di Federmodaitalia, i ricavi sono cresciuti del 2%. Un dato che incorpora però il tasso di inflazione che nel settore dell’abbigliamento è stato di circa il 2,1%. La situazione è di stabilità, ma ci attendevamo qualcosa di più, una liberazione di risorse che non c’è stata”.

Le previsioni del settore avevano infatti stimato un incremento del 5-10%, “almeno per recuperare quello che si era perso a maggio-giugno”. Neanche i saldi, quindi, sono riusciti a invertire la rotta tutta negativa imboccata a maggio, mese in cui l’Istat ha rilevato un calo complessivo dei consumi del 3,2%, diffuso a tutti i prodotti, ma più accentuato proprio nei settori dell’abbigliamento (-4,3%) e delle calzature (-4,4%), fiori all’occhiello del made in Italy.

“Se il reddito non sarà sostenuto e la fiducia dei consumatori continuerà a mantenersi a bassi livelli per l’incertezza economica e politica – ha concluso Borghi – è difficile prevedere una ripresa nell’immediato”. Solo se saranno confermati i dati sugli ordinativi che arrivano dal mondo industriale “sarà forse possibile una ripresa nell’autunno-inverno”.