Silingardi2Tanta passione, qualche preoccupazione per il futuro, e voglia di innovare per migliorare la qualità della propria offerta, pur con molte incertezze sulla direzione da scegliere. Sono i segnali emersi durante i due incontri di approfondimento – organizzati secondo la tecnica del focus group – promossi da Cescot, Centro sviluppo per il Commercio Turismo e Servizi di Confesercenti, nell’ambito del progetto “Naturalmente: nuove competenze per le imprese della ristorazione e alberghiere”.Due le sessioni organizzate nei giorni scorsi, la prima dedicata ai titolari di 15 ristoranti, la seconda ad altrettanti imprenditori del settore alberghiero. Un confronto serrato di un’intera giornata durante il quale gli specialistici di Cescot affiancati dagli esperti di Democenter hanno messo sotto torchio gli imprenditori interrogandoli su tre elementi chiave per il successo della loro attività: l’evoluzione del mercato, l’identikit del cliente e l’innovazione tecnologica. “Il progetto si inserisce in un percorso volto a sostenere l’innovazione nelle piccole imprese, dando anche applicazione ad un accordo stipulato circa un anno fa tra Confesercenti e Democenter; un patto che l’obiettivo di studiare e quindi favorire la diffusione dell’innovazione ed il trasferimento tecnologico tra le piccole e medie imprese anche di settori come il commercio, il turismo e i servizi, spesso ingiustamente tagliate fuori da questo tipo di iniziative. Abbiamo in particolare puntato su ristorazione e strutture alberghiere perché senza dubbio le imprese di questi settori operano in ambiti in cui le abitudini e i gusti della clientela evolvono con grande velocità. L’elemento dimensionale sul piano dello spirito di adattamento è un punto di forza che caratterizza la piccola impresa, rende però oltremodo difficile l’elaborazione di dati sulle tendenze e sui fenomeni che caratterizzano la trasformazione della nostra società. Se vogliamo investire sulla conoscenza come patrimonio comune e motore dell’innovazione dobbiamo affiancare le aziende e coinvolgerle in una operazione che è prima di tutto di tipo culturale. I due focus group vanno in questa direzione” sottolinea Massimo Silingardi, presidente provinciale di Confesercenti Modena.

Un dato accomuna tutti gli imprenditori coinvolti: l’individualismo, anche quando è supportato da intuito e capacità imprenditoriale, non è più considerato sufficiente per capire l’evoluzione del mercato e quindi elaborare strategie per mantenere la propria competitività, all’interno, fra l’altro, di un mercato sempre più segmentato. “L’imprenditore, spesso alla guida di un’impresa poco più che familiare, sente la necessità di potersi avvalere di dati oggettivi come quelli che può offrire, ad esempio, un’accurata indagine di mercato. Oggi tutti hanno la consapevolezza che il turismo d’affari è in crisi. Tradurre questo dato in azioni correttive però non è semplice e per questo motivo praticamente la totalità delle persone che hanno preso parte ai focus group ha sollecitato lo sviluppo di indagini che vadano in questa direzione, in grado di offrire conoscenze impossibili da ottenere se si agisce individualmente” spiega il consulente di Democenter Massimo Garuti.

Altro tema indagato è quello dell’utilizzo delle nuove tecnologie. In questo caso emerge una situazione che può definirsi a macchia di leopardo. La curiosità e l’inventiva del singolo hanno permesso di adottare soluzioni davvero originali, come la possibilità di prenotare un tavolo via internet e scegliere cosa mangiare; malgrado ciò manca ancora un impiego sistematico della rete e ancora in pochi casi si offre, in particolare nel caso degli alberghi, la possibilità di effettuare la prenotazione on-line. Nei siti internet prevale la logica della vetrina, piuttosto che quella del servizio. In proposito è poi stata evidenziata la necessità di avere a disposizione un unico portale di accesso che promuova le eccellenze modenesi attraverso percorsi guidati, con indicazioni anche sulle offerte dei ristoranti e degli alberghi della provincia.

Altro tema affrontato è la possibilità di sviluppare soluzioni informatiche comuni; in questo modo si potrebbero mettere a punto dei software per un uso specialistico, senza dovere affrontare spese troppo elevate. Infine gli imprenditori coinvolti hanno evidenziato che potrebbe essere interessante centralizzare l’acquisto di beni e servizi per ottenere delle economie di scala.

“I primi risultati sono stati molto interessanti e per le imprese è sicuramente un’opportunità che viene offerta tra l’altro senza nessun onere in quanto l’operazione è cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo, dal Ministero del Lavoro e dalla Regione Emilia Romagna. Ora abbiamo una prima base di dati per elaborare delle risposte che verranno messe a disposizione di tutte le imprese per sostenerne l’innovazione, nella convinzione che proprio la capacità di evolvere sarà uno dei fattori che permetterà di agganciare più rapidamente la ripresa” conclude Massimo Silingardi.