busta paga sindacocasalgrandeReputo molto grave la quantità delle falsità contenute nel comunicato del consigliere Paolo Filippini a proposito delle indennità di carica percepite dagli amministratori. E’ evidente che se questi sono i presupposti del dialogo auspicato in apertura di legislatura, il percorso può considerarsi chiuso.

Il vezzo di mistificare la realtà dei fatti è infatti ormai una consuetudine degli esponenti della lista di centrodestra e in particolare del capogruppo Paolo Filippini. Da giorni infatti alimentano una polemica costruita ad arte sui compensi percepiti dal sindaco, dagli assessori e dal presidente del Consiglio Comunale, infarcita di inesattezze e vere e proprie falsità.

Dopo avere strumentalmente chiesto al presidente del Consiglio Fabrizio Vitale di rinunciare al compenso, ora cercano di sminuirne e banalizzarne il ruolo senza nessun rispetto; indicano cifre omettendo di precisare che si tratta di importi lordi; parlano di regalie senza dire che gli importi sono fissati dalla legge e calcolati in base al numero di abitanti del Comune di riferimento e quindi armonizzati sull’intero territorio provinciale, regionale e nazionale.

Falso è poi il riferimento al presidente del Consiglio precedente che avrebbe rinunciato al compenso; una indennità di carica, al contrario, regolarmente percepito fino alla scadenza del mandato. La figura del presidente del Consiglio, normata dal Testo Unico degli Enti Locali, infatti, già dalla sua istituzione nel 2003 percepiva una indennità di carica e non un gettone di presenza; la stessa indennità poteva essere adeguata nel 2007, anno in cui il Comune di Casalgrande assume lo status di Comune con più di 15.000 abitanti.

Va detto inoltre che:

– il sindaco riceve una indennità di carica netta di 1.976, 95 euro (allego una busta paga), come tutti gli amministratori di tutti i Comuni che si trovano in fascia da 10.000 a 30.000 abitanti; il presidente del Consiglio e gli assessori con lavoro dipendente di 460 euro; gli assessori senza un contratto a tempo indeterminato 920 euro;

– i gettoni di presenza e le indennità sono ancora calcolati in base ad una popolazione di 15.000 abitanti e in questi anni non è mai stato chiesto l’adeguamento, come la legge consente, nonostante la popolazione sia in costante crescita e che ora supera le 18.000 unità;

– non ci si è avvalsi della facoltà di ripristinare del 10% i gettoni e le indennità, che nel 2006 erano stati decurtati all’interno del progetto di riduzione dei costi della politica.

Questi sono i dati veri e documentati. Non accetto quindi nessuna lezione di moralità, soprattutto da chi in questo momento è esponente delle forze politiche di centrodestra che si riconoscono nell’attuale presidente del Consiglio. Se proprio si vuole fare una battagli sugli sprechi e sui costi della Casta, gentile Filippini ha sbagliato il suo obiettivo.

Il sindaco

Andrea Rossi