economiaNel gennaio di quest’anno scrissi: I centri di ricerca pubblici, università e Centro Ceramico assieme ai laboratori privati, ai costruttori di strumenti e di impianti devono, non solo dialogare, ma lavorare assieme per la formazione di un “polo tecnologico” capace di ridare slancio e innovazione tecnologica all’intero processo ceramico. Ora si discute se realizzare una struttura con finanziamenti pubblici, cioè sempre nostri, e chiamarla “TECNOPOLO”. Era ed è mia convinzione che solo a fronte di idee chiare sugli indispensabili contenuti e sui soggetti privati e pubblici interessati a questa forma di “innovazione culturale” si possa passare alla fase realizzativa di un nuovo centro di ricerca. Sono altresì convinto che le maggiori idee possano venire dai privati in quanto investono risorse proprie e ne sanno riconoscere il valore. Al massimo, la collaborazione con i centri di ricerca pubblici, può avvenire sulla base di reciproci interessi per integrare e sostituire parte della produzione industriale del distretto ceramico con altre produzioni. Mi spiego meglio: nei prossimi mesi alcune novità nel settore piastrelle si presenteranno e saranno dirompenti per l’intero distretto. Nasceranno nuove opportunità di lavoro ma soprattutto ne chiuderanno. L’innovazione interverrà per definire le tecniche del minor uso di acqua sia per la parte dell’impasto ceramico che per la parte della smaltatura delle piastrelle. Ma tutto ciò non basterà. Si dovrà integrare la perdita di produzione di piastrelle con altri interventi. Ad esempio i così detti ceramici speciali. Quindi l’uso della nostra capacità industriale non solo per produrre piastrelle ma anche altri prodotti ceramici.

A Sassuolo abbiamo uomini e strutture in grado di produrre anche altro e non solo piastrelle. Ed è proprio in questo ambito che la collaborazione tra pubblico e privato può portare a risultati interessanti. Risultati che potranno contribuire a mitigare i morsi della crisi in atto. Una crisi che alla ripresa di settembre esploderà con conseguenze davvero inimmaginabili sia sotto il profilo sociale che economico. Allora credo faccia bene il Sindaco a chiedere di capire prima di investire danaro pubblico per una struttura ancora dai contenuti non chiari e definiti.

L’amministrazione comunale può fare la sua parte anche accettando le proposte della minoranza in tema di reperimento di maggiori risorse per alleviare le sofferenze dei più deboli. Ancora una volta quindi un “Patto di solidarietà” tra quanti intendono dare il proprio contributo concreto per cercare di risolvere questa drammatica situazione che non interessa solo i giovani ma anche gli over 50. E su questo ultimo tema credo che se ne dovrà discutere presto con molta concretezza e senso di responsabilità.

Riccardo Prini