Tiziano_MottiTutela della privacy e della dignità della persona contro le offese arrecate tramite i mezzi elettronici, fra cui cui blog, siti internet ed e-mail. Questi i temi della nuova interrogazione presentata alla Commissione Europea dall’europarlamentare Tiziano Motti. L’onorevole reggiano, dopo aver ricordato come il dispositivo della sentenza pronunciata dal giudice di Manhattan (che ha condannato Google a fornire le generalità del gestore di un blog in cui erano contenute offese alla modella canadese Liskula Cohen) abbia sottolineato come “la protezione del diritto di comunicare anonimamente deve essere bilanciata dall’esigenza di assicurare che le persone che scelgono di abusare di questo mezzo possano rispondere di una trasgressione”, ha presentato un’interrogazione alla Commissione Europea.

Nel documento, Motti chiede “se la legislazione comunitaria in vigore preveda già la possibilità, a pari condizioni per ciascun cittadino europeo, di identificare il provider che ospita un blog con “post” diffamatori, nonché il gestore e gli autori degli stessi. In caso negativo, prevede la Commissione di prendere atto della giurisprudenza che già si va affermando negli Stati Uniti e in Europa, e predisporre provvedimenti, di concerto con il Parlamento europeo, per tutelare dalla diffamazione e da altri reati a mezzo internet tutti i cittadini comunitari?”

“E’ un dato di fatto – dichiara l’onorevole Motti – che l’evoluzione tecnologica facilita la nascita di fenomeni che il legislatore e le istituzioni preposte non riescono sempre a prevedere, regolare e/o contrastare con la necessaria immediatezza. Basti pensare che con il termine “cyberbullismo” si indicano oggi gli atti di molestia effettuati tramite mezzi elettronici, tra questi blog e siti web. Essi rappresentano il 34% delle sopraffazioni. In Inghilterra, 1 ragazzo su 4 viene minacciato via e-mail o sms. In Italia, oltre il 24% degli adolescenti subisce prevaricazioni o prepotenze online”.

Motti ricorda come la “Risoluzione sulla tutela della privacy nei servizi di social network”, approvata a Strasburgo il 17 ottobre 2008, promuova l’utilizzo di pseudonimi per postare commenti sul Web al fine di conciliare il diritto alla libertà di espressione con quello della privacy di coloro che utilizzano un Forum virtuale.

“La risoluzione – dichiara l’europarlamentare – tuttavia non affronta la problematica della tutela dei “soggetti passivi”, ovvero dei destinatari di notizie non veritiere, anche per immagini, espressioni gratuitamente offensive, pregiudizievoli di razza, orientamento sessuale o politico, nazionalità, religione e lesive della loro dignità, obbligandoli ad affannosi, dispendiosi e comunque tardivi e innefficaci tentativi di proteggersi da attacchi infondati alla loro credibilità. Il diritto alla libertà di espressione diventa in questi casi lo strumento attraverso il quale si può ledere la dignità altrui, anche dei minori, facendosi scudo con l’anonimato del blog”.

“Ciò crea, di fatto, una “zona franca” in internet – conclude Motti – in cui i cittadini non godono degli stessi diritti; essa permette anche ai gestori dei blog definiti “aperti”, ovvero “non moderati”, e ai server provider che li ospitano di non essere perseguibili per i contenuti pubblicati, a differenza dei direttori e degli editori delle testate on-line”.