Gioventù_Italiana_Bologna“Non siamo qui a giustificare un atto di vandalismo, ma, certamente, la targa dell’ANPI imbrattata dalla scritta “viva il Duce” è il prodotto di oltre sessant’anni di ghettizzazione di una intera comunità umana. Se oggi qualcuno, sbagliando, si sente in dovere di manifestare la propria soggettività con gesti estremi, lo si deve ad una classe politica che ha sostituito ad una dittatura un’altra: l’antifascismo. Non sarà di certo un po’ di vernice su una vecchia targa a farci dimenticare il silenzio criminale sulle foibe, il massacro di decine di migliaia di Italiani nell’immediato dopoguerra, gli studenti di Destra cacciati dalle università negli anni ’70, l’ostracismo politico: il tutto in nome della democrazia e della libertà. Parole profanate. Tuttavia, oggi noi, ragazzi nati negli anni ’80 e ’90, vogliamo guardare avanti, pensare al nostro futuro ed a quello del Popolo Italiano, contribuendo alla costruzione di una vera democrazia sociale. Non ci riportino i “giovani” partigiani alle stagioni dell’odio e dell’intolleranza. Dopotutto mai nessuno in via della Zecca si è lamentato per una città “sfregiata” – essa sì – dai graffiti di coloro che si dichiarano eredi della Resistenza”.

E’ quanto dichiara Antonio Del Prete, segretario regionale e provinciale di “Gioventù Italiana”, movimento giovanile de “La Destra”, e responsabile nazionale de “la Destra” per l’Università e la ricerca scientifica.