RU-486Una somministrazione che avviene “nel rigoroso rispetto della legge 194 e secondo un preciso protocollo clinico”, concordato tra i professionisti del Servizio sanitario regionale, che definisce il percorso assistenziale e le procedure per il consenso informato. L’ha ribadito oggi l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Giovanni Bissoni, a proposito dell’utilizzo della pillola RU486 in Emilia-Romagna.

“Non c’è nessuna violazione della legge, nessun abbandono della donna – ha sottolineato l’assessore – . Proprio stamani abbiamo incontrato i clinici che praticano l’interruzione volontaria di gravidanza con il metodo farmacologico; abbiamo condiviso insieme, dopo una prima lettura delle procedure che l’Aifa ha introdotto, di approfondire il tema del percorso di presa in carico, del dosaggio farmacologico e del periodo di osservazione. Tutti i clinici concordano – ha concluso Bissoni – che il terzo giorno, dopo la somministrazione alla donna del secondo farmaco, sia bene rispettare un periodo di osservazione (indicato peraltro dall’Emea, l’Agenzia europea per i medicinali) di almeno tre ore. Dopodiché il medico e la donna valuteranno se per lei è possibile tornare a casa”.

La legge 194, per l’Ivg entro i primi 90 giorni, all’articolo 8 non prevede l’obbligatorietà del ricovero, che pure, e giustamente, viene previsto in Emilia-Romagna come in tutto il Paese e, all’articolo 15, invita a ricercare le tecniche più moderne e più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna. Le procedure previste in Emilia-Romagna si inseriscono pienamente nelle indicazioni contenute nella 194, rispettando dunque il diritto della donna di scegliere e del medico di agire secondo scienza e coscienza nel rispetto della salute della paziente.

Le linee guida regionali

Le linee guida regionali stabiliscono obbligatoriamente la somministrazione della RU486 entro la 7° settimana di gravidanza e in regime di ricovero ospedaliero, nella forma del day hospital, così come per altro avviene per l’Ivg chirurgica che è praticata in day surgery. La donna deve firmare il “consenso informato” dopo la lettura delle “note informative” che descrivono analiticamente quali sono le condizioni cliniche e di natura psicosociale (comprensione della lingua italiana, possesso di un telefono, disponibilità ai controlli) che permettono l’assunzione della RU486, il percorso assistenziale in ospedale, le indicazioni per l’assistenza al ritorno a casa in caso di effetti collaterali (vomito, dolori addominali, mal di testa, diarrea), la tipologia dei farmaci utilizzati.

Fin da quando è stata introdotta in Emilia-Romagna la possibilità di Ivg con RU486 nel 2006, particolare attenzione è stata dedicata alla definizione del consenso informato proprio per il particolare ruolo esercitato dalla donna quando decide di ricorrere a questa metodica. Nell’ambito dei percorsi stabiliti con la delibera 1690/2008 (linee di indirizzo per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza nell’ambito dei Piani di zona per la salute e il benessere sociale) sono stati istituiti gruppi di lavoro per la valutazione e il miglioramento della qualità dell’assistenza. Uno di questi gruppi sta svolgendo un monitoraggio e una valutazione clinica sull’utilizzo della metodica farmacologica per l’Ivg. I temi su cui il gruppo sta lavorando sono il controllo del dolore, il processo di presa in carico con particolare riferimento alle fasi di osservazione in ospedale, il rapporto con la fase domiciliare, il dosaggio e l’utilizzo dei farmaci. La riflessione del gruppo si arricchisce delle indicazioni emerse nel processo autorizzativo dell’Aifa relativo alla RU486, i cui risultati potranno costituire integrazioni alle linee regionali vigenti.

I dati

Le interruzioni di gravidanza con metodo farmacologico nel 2008 sono state 526, e rappresentano il 4,7% delle Ivg totali (11.124). Erano state 563, il 5% del totale (11.274), nel 2007. Nel primo trimestre 2009 sono state 161 le Ivg farmacologiche, il 5,4% delle 2.986 Ivg totali (erano state 161 nel primo trimestre 2008, il 5,3% delle 3.064 Ivg totali). Nel 2008, la metodica è risultata efficace nel 94,7% dei casi, nel 5,3% (28 casi) è stata necessaria una revisione di cavità. Nel primo trimestre 2009 è risultata efficace nel 95% dei casi (nel 2007 l’efficacia era stata registrata nel 94,4% dei casi). Come emerge dai dati, l’efficacia della metodica è andata progressivamente migliorando anche per la migliore capacità di valutazione ecografica acquisita dai professionisti.