Secondo l’Osservatorio Servizi Pubblici Locali curato da Nomisma, in collaborazione con Confservizi e Unicredit Corporate Banking, le local utilities operanti nel Mezzogiorno hanno una consistenza ancora modesta rispetto alle realtà operanti nel Centro Nord Italia: infatti, se in media il valore della produzione per abitante generato dalle local utilities nel Mezzogiorno è pari a 169 euro, rispetto ad una media nazionale di 863 euro, nel Nord est è pari a 2.071 euro.Tra le regioni del Sud le più dinamiche risultano la Puglia (con un fatturato pari 203,6 euro pro capite), la Campania (294,5 euro) e l’Abruzzo (229,5 euro), mentre le regioni dove lo sviluppo imprenditoriale dei servizi pubblici si trova in una fase di start up sono la Calabria (fatturato di 82,2 euro pro capite), la Sicilia e la Sardegna (circa 78,6 euro ciascuna), il Molise e la Basilicata (11,6 euro).

L’indagine di Nomisma arriva alla vigilia dell’ apertura del mercato alla concorrenza e offre una valutazione sulle imprese che gestiscono i servizi pubblici locali, sulla loro capacita’ o meno di competere a livello nazionale. Un elemento che contraddistingue il Mezzogiorno rispetto al resto del Paese – sottolinea Nomisma – riguarda il ruolo di imprese aggreganti assunto dalle monoservizio. Queste ultime rappresentano, infatti, il modello oggi piu’ diffuso nel territorio, al contrario del Centro Nord, caratterizzato invece dalla presenza di multiutility.

Nel Mezzogiorno, infatti, le imprese monoservizio registrano un fatturato per impresa di 22 milioni di euro, mentre le multiservizio hanno un fatturato per impresa pari ad appena 8,2 milioni di euro. A livello nazionale, invece, le multiutility registrano un fatturato medio per impresa di circa 70 milioni di euro e le monoservizio di 40,6 milioni di euro, confermando negli anni un maggiore sviluppo del modello multiutility.