pdlIn merito al numero di settembre della rivista “Viaggio in terza classe”, di cui è editore il Comune di Modena e che pubblica in primo piano l’editoriale “L’identità perduta?” di Adriana Querzè, assessore comunale all’istruzione, il capogruppo PdL in Provincia di Modena, Dante Mazzi, ha dichiarato: Ho letto con preoccupazione le solite notizie allarmistiche non veritiere ed infondate, che producono disorientamento e disinformazione fra i genitori ed i docenti come ad esempio l´affermazione che nell’estate del 2009 il governo ha iniziato la riduzione del personale “estromettendo più di 30.000 addetti dalla scuola”.

L’editoriale prosegue con frasi del tipo: “una scuola che costa molto, produce ignoranti ed educa al pensiero unico”. Sono affermazioni gravi. L’assessore Querzè continua poi con un attacco pretestuoso ed arrogante contro la Lega Nord e contro la sua proposta di valorizzare le identità locali con l´insegnamento della storia, delle tradizioni locali e dei dialetti. Sancisce con assoluta certezza che queste proposte sono nate dall’idea di una comunità chiusa ed ancestrale che semina paura! L’arroganza della Querzè raggiunge l’apice quando attacca il ministro on. Mariastella Gelmini e l’on. Paola Binetti sul significato e sul valore dell’insegnamento della religione cattolica. Secondo l’assessore Querzè l’opzione religiosa esclude e discrimina. Inoltre la concezione di comunità della Gelmini e della Binetti è un assalto alla scuola, che non potrà reggere (sarà quindi distrutta!?!) e non è coerente con il dettato costituzionale. La prof. Querzè su questo tema si aggancia alla recente sentenza del TAR del Lazio che ha annullato il valore della Circolare Ministeriale dell’ex ministro all’istruzione on. Fioroni, che aveva deciso che la valutazione dell’insegnante di religione contribuisse all’assegnazione dei crediti formativi nelle scuole superiori.

In primo luogo la Querzé sa, o almeno dovrebbe sapere, che contribuiscono ai crediti formativi oltre alla valutazione dell’insegnante di religione anche altre attività (volontariato, frequenza di corsi, ricerche culturali etc.) e che il loro contributo al punteggio del credito scolastico finale per l’esame di maturità è assolutamente minimo. Ma è ancora più importante sottolineare che la frequenza dell’ora di religione è libera e volontaria. Chi non la frequenta può, ad esempio studiando in biblioteca, avere lo stesso piccolo vantaggio nei crediti formativi.

Nessuna discriminazione quindi!

Inoltre la felicità della Querzè per la sentenza del TAR del Lazio è fuori luogo, perché l’on. Gelmini, avendo inserito la circolare ministeriale dell’on. Fioroni nel decreto del Presidente della Repubblica n. 122/2009, ha vanificato la decisione del TAR. E’ fondamentale sapere che l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole non è “catechismo”: basta leggere i programmi ministeriali. Infatti sono previsti percorsi nella storia del cristianesimo, la dottrina sociale, le relazioni affettive, il ruolo della famiglia, i principi morali e di giustizia del Cristianesimo. L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche ha una forte valenza nell’integrazione, perché fa conoscere i nostri principi cristiani anche a chi osserva altre religioni.

Non è rinunciando ai nostri valori che possiamo guardare con maggiore certezza al nostro futuro. Non possiamo accettare l’annullamento della nostra identità. Per non cadere nel relativismo assoluto e per non creare confusione in una società pluralista va assicurata la libertà di scelta dei genitori, che si basa sul diritto naturale, garantito dalla presenza di un insegnamento religioso conforme alle convinzioni dei genitori. La “maestra della penna rossa” Querzè è presa dalla presunzione di poter giudicare e imbottisce il suo articolo con giudizi e sentenze inappellabili, quali “è sbagliato”, “lede i diritti delle persone”, “tradizioni spesso presentate ad arte”.

Il finale dell’editoriale ha la “doppiezza” di una virata a 180° gradi. Dopo avere pontificato e giudicato con metro politico, partitico e correntizio (vedi on. Binetti), Querzè, bontà sua, invita a far sì che la scuola non sia terreno di scontro politico ed ideologico. Non è neppure trascurabile il fatto che “Viaggio in terza classe” è il quadrimestrale di Memo (un centro del Settore Istruzione del Comune di Modena) ed è inviato in abbonamento postale gratuito a oltre 5.000 insegnanti e, su richiesta, a famiglie, enti e associazioni. Una pubblica amministrazione dovrebbe pertanto garantire il pluralismo politico, culturale e pedagogico e non permettere che una periodico comunale, pagato con risorse pubbliche da tutti i cittadini, possa essere “monopolio personale” dell’assessore Querzè.

(Il capogruppo PdL in Provincia di Modena, Dante Mazzi)