medici_operazione2.000 ricoveri in regime ordinario, 190 in day hospital, 1.800 coronarografie, 900 angioplastiche, 195 ablazioni, 290 impianti di pacemaker, 55 di defibrillatori, 78.000 prestazioni ambulatoriali. Sono i numeri della cardiologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna, che da oggi effettuerà interventi di angioplastica anche di notte, 24 ore su 24.

Da oggi i cittadini colpiti da infarto, quindi, potranno essere sottoposti ad angioplastica presso l’Ospedale Maggiore anche nelle ore notturne, senza bisogno di essere trasferito al Policlinico S. Orsola – Malpighi.

Si porta così a completamento la funzione hub della Cardiologia del Maggiore, una delle più importanti in Italia per numero di ricoverati e qualità dell’assistenza, con una mortalità intraospedaliera per infarto diminuita del 33% nel corso degli ultimi anni (dal 2002 al 2007), dato confermato anche per il 2008.

“Se abbiamo raggiunto questi risultati – commenta Giuseppe Di Pasquale, direttore della Cardiologia e Presidente nazionale della Federazione Italiana Cardiologi – “lo dobbiamo alla qualità dei nostri professionisti e alla collaborazione con il 118, le strutture di Pronto soccorso e Rianimazione, che garantiscono una gestione integrata della persona colpita da attacco cardiaco, e con l’atro hub bolognese, la cardiologia del S. Orsola-Malpighi.”

L’angioplastica 24 ore su 24, che porta a compimento un progetto sviluppatosi gradualmente dal 2004, è stata resa possibile grazie all’assunzione, concordata con le organizzazioni sindacali, di due infermieri e un cardiologo che vanno ad integrare l’organico del reparto, nel quale operano, complessivamente, 21 medici, 33 infermieri e 6 operatori socio-sanitari.

Un modello in rete

Le cardiologie e i laboratori di emodinamica del Policlinico S.Orsola-Malpighi, dell’Ospedale Maggiore, di tutti gli ospedali della provincia e del 118 lavorano in rete secondo un modello organizzativo di eccellenza all’avanguardia. Un modello incentrato sui due centri hub, Maggiore e S. Orsola-Malpighi, che consente di prestare la miglior cura nel tempo più breve grazie allo stretto collegamento tra tutti gli ospedali e il 118. Il tempo medio di intervento del 118 a Bologna è di 8 minuti, in caso di infarto il tracciato dell’elettrocardiogramma viene trasmesso dall’ambulanza direttamente all’unità coronarica dell’ospedale più idoneo al trattamento. I protocolli adottati prevedono anche l’accesso diretto in emodinamica (attraverso i percorsi fast) e di rientro negli eventuali ospedali di provenienza (spoke). Il modello integrato punta a garantire il trattamento migliore in relazione alle caratteristiche del paziente e la eventuale rivascolarizzazione nel minor tempo possibile. Tra quanti hanno accesso diretto all’Ospedale Maggiore, il 69% ha attivato il 118, il 37% con transito in Pronto Soccorso (percorso slow) e il 32% con arrivo diretto in emodinamica (percorso fast). Solo il 31% è giunto in Pronto Soccorso con mezzo proprio, e l’utilizzo del 118 risulta, negli ultimi anni, in crescita.

Grazie a questo modello è stata garantita la riapertura dell’arteria coinvolta nell’infarto a più dell’ 80% degli infartuati, con una riduzione della mortalità per infarto del 30% nella provincia di Bologna.

Altro risultato significativo è quello riportato nel trattamento delle altre forme di sindrome coronarica acuta, che hanno fatto registrare un aumento del 35% dei casi trattati presso l’Unità Coronarica del Maggiore nel 2008 rispetto al 2004 (402 vs 299). Dei pazienti ricoverati nel 2008, l’87% è stato sottoposto a coronarografia durante la degenza in Cardiologia. Il 52% di essi ha eseguito una manovra di riperfusione (PCI) entro 72 ore dall’ingresso in Ospedale, come indicato dalle linee guida.