cave«Siamo sorpresi dalla notizia che il Piano provinciale cave sarebbe oggetto di un’indagine della magistratura. A tutt’oggi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta di trasmissione della documentazione, e non appare chiaro quale tipo di reato si potrebbe configurare». Lo afferma Stefano Vaccari, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, a proposito delle notizie di stampa relative a un’indagine della Procura della Repubblica sul Piano delle attività estrattive (Piae) approvato nei mesi scorsi.

Vaccari ricorda che «la normativa tecnica del Piae prescrive che gli scavi debbano in qualunque situazione essere mantenuti a una quota di almeno 1,5 metri al di sopra del livello della falda. In particolare, in riferimento al Polo 12 nel Comune di Castelfranco Emilia, il limite massimo di 15 metri di profondità di scavo è subordinato all’effettuazione di uno specifico studio idrologico ed idrogeologico funzionale alla tutela delle falde acquifere. In base ai risultati dello studio – aggiunge Vaccari – la pianificazione comunale dovrà quindi fissare la profondità di scavo, ferma restando la distanza minima di un metro e mezzo dalla falda». L’assessore ricorda inoltre che «lo studio di impatto ambientale che sta alla base del Piae è stato redatto da Arpa e ratificato dalla Regione Emilia Romagna».

Vaccari assicura in ogni caso «la disponibilità a illustrare in qualsiasi sede i contenuti del Piano cave e il percorso lungo e complesso, durato tre anni, per arrivare alla sua approvazione in Consiglio provinciale. Del resto – conclude l’assessore – la filosofia di quel Piano è di salvaguardia dell’ambiente: abbiamo imposto regole severe diminuendo le aree dove in passato era possibile scavare, tutelato le aste dei fiumi con l’allontanamento dei frantoi, imposto il recupero ambientale delle cave dismesse e intensificato controlli sulle attività».