anticrisi_riunione_reNuova riunione dell’Unità anticrisi questa mattina in Provincia dove enti locali, associazioni imprenditoriali, Camera di commercio e mondo bancario hanno discusso in particolare del Protocollo per l’anticipazione sociale della cassa integrazione straordinaria “per valutare – ha sottolineato aprendo i lavori il vicepresidente Pierluigi Saccardi – eventuali perfezionamenti tecnici da apportare all’innovativo strumento approvato il 23 febbraio scorso e quali ulteriori applicazioni possano essere introdotte per migliore rispondere all’attuale situazione di crisi”.

Ad oggi i lavoratori che hanno usufruito del Protocollo sono circa 1.300, ma ora si pone il problema dell’eventuale applicazione dello strumento ai contratti di solidarietà, che stanno aumentando anche nella nostra provincia. Agli istituti bancari – erano presenti i vertici delle sette banche firmatarie (Unicredit, Cassa di risparmio di Parma e Piacenza, Banco popolare San Geminiano e San Prospero, Cassa Padana, Banca Reggiana, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Banca cooperativa di Cavola e Sassuolo) – il vicepresidente Saccardi, dopo aver rimarcato l’importante e preziosa collaborazione fornita fino ad ora dalle banche ed epresso l’auspicio che altri istituti possano aderire, ha dunque chiesto disponibilità anche in tal senso. Sarà quindi riunito con urgenza un comitato tecnico che affronti la questione e sarà coinvolto anche l’Inps per chiarire alcune problematiche evidenziate da parte di banche e aziende.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti, tra gli altri, Matteo Alberini della Cgil – che ha tra l’altro chiesto alle banche di omogeneizzare la gestione della possibile sospensione delle rate dei mutui, pure prevista dal Protocollo – mentre un quadro della situazione attuale della crisi è stato tracciato dal presidente di Assindustria, Gianni Borghi, per il quale la “crisi rischia di cominciare ora, soprattutto per quanto riguarda i livelli occupazionali”. “I fatturati sono crollati pesantemente e le imprese non ipotizziamo di arrivare più ai livelli raggiunti nel 2007, neanche con gli anni – ha detto – Se fino ad oggi la Cassa integrazione ordinaria ha attutito i danni e quelle straordinarie sono rimaste abbastanza limitate, ora i messaggi che abbiamo dalle imprese sono forti, perché occorre rivedere i costi di struttura, che significa necessariamente ridurre i costi di personale. Occorrerà poi porsi il tema del manifatturiero, settore che pesa moltissimo nella composizione del Pil e che subirà ora forti rallentamenti: sarebbe quindi opportuno iniziare a lanciare nuove forme di impresa in settori più promettenti, come la green economy ed il terziario.