scuola_5La Regione Emilia-Romagna ha a cuore la sua scuola e stanzia 7 milioni di euro per sostenerla e per valorizzare l’autonomia scolastica. Questa mattina il presidente della Regione Vasco Errani e l’assessore regionale alla Scuola Giovanni Sedioli hanno convocato i sottoscrittori del “Patto per attraversare la crisi” per sollecitare la collaborazione delle istituzioni e delle parti sociali in difesa del proprio sistema scolastico.

“Con la scelta di investire 7 milioni per progetti delle scuole vogliamo dare un segnale forte e concreto in un momento molto critico – ha detto il presidente Errani – Il taglio orizzontale di insegnanti e fondi sta creando seri problemi agli studenti, alle loro famiglie e a chi nella scuola lavora. La formazione e il sapere sono il nostro futuro e per questo noi vogliamo dare una mano alla scuola, affiancarla nello sforzo che occorre per fare un salto di qualità”.

La Regione, che da tempo supporta le istituzioni scolastiche del proprio territorio come previsto dalla legge regionale 12 del 2003, ha deciso di rafforzare la sua azione proprio a partire dall’anno scolastico appena iniziato, 2009-2010: 4 milioni di euro continueranno ad essere impegnati nelle azioni di servizio al sistema scolastico, in particolare nei confronti di immigrati e handicap, mentre altri 3 milioni di euro vengono stanziati per valorizzare l’autonomia delle scuole e sostenere progetti innovativi nell’ambito di una serie di priorità individuate dalla Regione. Il progetto regionale per la valorizzazione delle autonomie scolastiche è stato sottoposto alla condivisione di Upi, Anci, associazioni imprenditoriali e sindacati.

“La scuola ci sta a cuore, sappiamo che l’Emilia-Romagna è affezionata alla sua scuola, ma ora dobbiamo rendere visibile questo abbraccio – ha spiegato l’assessore Sedioli – Quello che sta accadendo a livello nazionale può creare demotivazione e senso di abbandono. Alla scuola ci teniamo, mettiamo a disposizione finanziamenti ma soprattutto relazioni e la possibilità di trovare una sponda operativa per dare corpo alle idee che della scuola. Abbiamo individuato degli ambiti, le scuole dovranno dirci come intendono applicare le nostre indicazioni”.

Per la Regione occorre intervenire con forza per sostenere le esigenze della scuola. Il Governo ha tagliato risorse e personale e nel sistema scolastico si sono generate forti difficoltà funzionali che impoveriscono la proposta educativa. L’Emilia-Romagna non intende surrogare le carenze create dalle politiche nazionali – la gestione del personale non è competenza delle Regioni, ma del Ministero – ma vuole investire sul modello necessario alla qualificazione, e cioè l’autonomia, che l’Emilia-Romagna individua come lo strumento più indicato di progettazione e gestione della proposta educativa.

“Ai tanti paladini del federalismo diciamo che non accettiamo la logica ‘loro tagliano e noi paghiamo’ ” – ha aggiunto Errani. I tagli di risorse hanno ridotto al minimo, quando non completamente annullato, i margini di operatività e di flessibilità e di conseguenza l’autonomia scolastica si è svuotata di significato; e l’impossibilità di giungere fino ad ora ad un costruttivo confronto con il Governo su questa situazione, lascia temere che il futuro possa comportare ulteriori interventi che non potranno che acuire le difficoltà attuali. La Regione, attraverso il tavolo del “Patto per attraversare la crisi”, ha proposto ad enti locali e parti sociali di intervenire insieme per aiutare la scuola a mantenere buoni standard. L’obiettivo è coinvolgere le scuole, gli enti territoriali, le imprese, le organizzazioni sociali, le fondazioni, le associazioni culturali, il volontariato ed il privato sociale in un progetto di collaborazione che metta a disposizione del sistema scolastico le risorse presenti nel territorio, sia per assicurare la fornitura dei servizi, sia per qualificare la didattica. Le risorse aggiuntive stanziate dalla Regione, in accordo con gli enti locali, saranno utilizzate per sostenere progetti innovativi e di eccellenza e per sviluppare i rapporti fra scuole ed enti locali e quindi utilizzare al meglio le risorse. Ma anche per creare le condizioni affinché altri soggetti, pubblici e privati, possano far convergere risorse, finanziarie e non, per la realizzazione delle attività.

Le priorità individuate dalla Regione su cui le scuole dovranno realizzare i progetti riguardano:

– la gestione delle differenze (per dare sostegno ai ragazzi di 15 anni senza titolo di terza media; ad allievi con differenziate necessità di studio e di apprendimento e con difficoltà specifiche, ad esempio stranieri con scarsa conoscenza dell’italiano; ad alunni in situazioni socio-famigliari critiche; azioni di stimolo per gli studenti “eccellenti”);

– la diffusione della cultura tecnico scientifica (agevolando la messa in rete di laboratori e di competenze da parte delle scuole per favorire l’utilizzo integrato delle strutture);

– l’accesso alle risorse del territorio (fruibilità didattica di musei e biblioteche; facilitazione ai servizi di trasporto per favorire la mobilità degli studenti; disponibilità delle imprese a costruire processi di alternanza e a mettere le proprie competenze al servizio delle scuole; utilizzo delle competenze presenti nei centri di ricerca, nelle università e nei centri di documentazione educativa; ottimizzazione delle relazioni con l’associazionismo culturale).