terremoto“A pochi giorni dall’entrata in vigore della legge regionale sul rischio sismico, approvata nel 2008, la Regione Emilia Romagna non si è ancora attrezzata per fornire ai comuni che devono applicarla gli strumenti di assistenza e consulenza necessari e promessi. Il rischio è di una paralisi delle procedure, delle autorizzazioni e quindi lo stop a migliaia di nuove costruzioni, comprese quelle previste nell’ambito del Piano Casa. Per ritardi e mala organizzazione della Regione, il comparto edile e delle costruzioni in Emilia Romagna anziché essere rilanciato, potrebbe collassare. La regione è in grave ritardo e la giunta Errani il terremoto rischia di crearlo in casa propria”.

E’ quanto denunciato in una interrogazione regionale dal Consigliere regionale del Popolo della Libertà Andrea Leoni.

“Quando la legge regionale sul rischio sismico venne approvata- spiega Leoni – la Regione garantì a tutti i comuni che non avrebbero avuto la possibilità e la forza di dotarsi della struttura tecnica interna specializzata, prevista dalla legge stessa, di avvalersi delle competenze dei servizi tecnici di bacino (STB) della Regione per i quali era prevista l’assegnazione di specifiche risorse.

Il 14 novembre prossimo la legge entrerà in vigore ma da quanto appreso la struttura tecnica regionale è assolutamente indietro sui tempi. Basta pensare che il concorso regionale per reclutare i 12 ingegneri che dovrebbero lavorarci scade il 31 dicembre, ovvero un mese e mezzo dopo la data dell’entrata in vigore. La struttura amministrativa antisismica che la Regione doveva mettere in piedi e aveva promesso, di fatto manca ancora, ed è comunque lontana dall’essere operativa. Il rischio è che tutte le pratiche relative non solo alle nuove costruzioni ma anche al ripristino del patrimonio edilizio esistente, rimangano bloccate in un collo di bottiglia creato dall’inefficienza dell’amministrazione regionale.

Questo è assolutamente da evitare. Per questo ho chiesto alla Giunta Errani di chiarire esattamente come stanno le cose e di mettere in campo azioni concrete, compreso una eventuale proroga della data in cui l’applicazione della legge diventerà obbligatoria, per evitare il blocco di un intero sistema”.