Officina_busHanno passato la notte all’ addiaccio, sul tetto dello stabilimento in cui lavorano, i sei operai dell’azienda Sitcar di Formigine che da ieri mattina protestano contro la decisione della dirigenza di mettere in mobilità dieci dipendenti.

Dopo la fumata nera di ieri in Provincia e in Confindustria a Modena, dove non è stato trovato un accordo per trovare un alternativa alla messa in mobilita’ dei lavoratori, è cominciato in mattinata un incontro tra il prefetto Giuseppina Di Rosa e la Fiom-Cgil per sbloccare la situazione.

I dipendenti dell’azienda che manifestano sul tetto si mantengono in contatto con colleghi e familiari via telefono, e non hanno manifestato la volontà di interrompere questa forma di protesta. Chiedono che si trovino misure alternative alla loro mobilità e si ricorra almeno all’utilizzo di ammortizzatori sociali. Dichiarano infatti di non aver ricevuto la cassa integrazione straordinaria, che spetterebbe a chi viene messo in mobilità.

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La situazione occupazionale alla Sitcar è oggetto di un’interrogazione di Leonardo Masella, capogruppo di Rifondazione Comunista. Il consigliere riferisce che nella giornata di ieri sei operai dell’azienda, hanno deciso, salendo sul tetto dello stabilimento, di mettere in atto un’estrema forma di protesta contro le scelte “improvvise” dell’azienda che avrebbe deciso di esternalizzare l’intero reparto produttivo e la messa in mobilità di circa 10 dipendenti, su 28 complessivi.

“Si tratta – osserva il consigliere – dell’ennesima emergenza economica e sociale che avrà una pesante ricaduta sull’ossatura del sistema produttivo regionale. A fronte del Patto per superare la crisi, che fissa tra i sui obiettivi la salvaguardia delle capacità produttive e professionali, l’occupazione, la competitività e la sicurezza sociale”, Masella chiede pertanto alla Giunta regionale “se e come intenda adottare tutti gli strumenti necessari contro una simile congiuntura negativa e contro le difficoltà che i lavoratori della Sitcar di Formigine stanno attraversando” e “se intenda acquisire ogni utile informazione per verificare se sussistano reali intenzioni dell’azienda circa lo smantellamento del reparto di produzione e la sua esternalizzazione”.

Da ultimo l’esponente di rifondazione comunista sollecita la Regione ad adoperarsi affinché sia promosso un tavolo di confronto con i vertici aziendali, le parti sindacali e i lavoratori coinvolti per la salvaguardia del livello occupazionale degli stessi e per il rilancio complessivo dell’azienda.