Nella mattinata di ieri una rappresentanza del Pd – erano presenti per la segreteria provinciale Davide Baruffi, responsabile del programma e Michele Andreana, responsabile del lavoro – ha incontrato la Cgil di Modena per ascoltare e confrontarsi sui contenuti e gli obiettivi della manifestazione nazionale del sindacato, prevista per il prossimo 14 novembre a Roma.
“Positivo il confronto sui problemi nazionali e locali – commentano i due esponenti del Pd – che ci portano a ribadire come non solo siano giustificati i motivi della protesta dei lavoratori, ma ampiamente condivisibili molti punti della proposta: allungare la copertura degli ammortizzatori sociali oltre i termini previsti, estendere le tutele per chi oggi ne è privo e prolungare l’assegno di disoccupazione per i lavoratori senza sussidi è il minimo che ci si possa aspettare in una situazione economica così drammatica”.
Al governo che dapprima ha negato, poi minimizzato, infine archiviato la crisi come un raffreddore stagionale ormai passato, Andreana e Baruffi replicano che “i timidi segnali di ripresa non cambiano la situazione insostenibile in cui si trova la stragrande maggioranza delle piccole e medie imprese, abbandonate a se stesse dal governo e ormai col fiato corto dopo tanti mesi di vera e propria recessione. In ogni caso i contraccolpi occupazionali e sociali sono tutti davanti a noi, non certo alle nostre spalle: occorrono quelle misure di tutela e sostegno che fino ad ora il governo ha negato e occorre una strategia di uscita dalla crisi che riparta da investimenti significativi su ambiente, energia e sapere”.
Analoga preoccupazione è stata espressa per lo stato delle finanze degli Enti Locali: “Comuni e Provincia sono impegnati nella chiusura dei bilanci 2009 e nella costruzione di quelli per il 2010: ad un governo che taglia loro le risorse e impedisce di spendere con un assurdo patto di stabilità, noi chiediamo un forte cambio di rotta. E chiediamo ai nostri sindaci di essere ancora una volta in prima linea nella difesa delle nostre comunità, a partire dalla tutela delle famiglie più deboli e delle imprese che si aspettano dal pubblico un rilancio degli investimenti. Gli amministratori siano dunque protagonisti di questa denuncia”.
Confermata la convergenza nel merito delle preoccupazioni e delle proposte, non sono mancati richiami sul fronte dell’unità sindacale e della democrazia della rappresentanza. “Pensiamo non da oggi – concludono Baruffi e Andreana – che la democrazia sindacale e il diritto di tutti i lavoratori a pronunciarsi democraticamente su accordi e contratti siano questioni cruciali. Per questo andrebbero normate con un’apposita legge le regole della rappresentanza e dell’esercizio contrattuale. Registriamo al tempo stesso con forte preoccupazione come i rapporti tra le tre principali centrali sindacali siano peggiorati e come questa divisione non solo indebolisca la possibilità di fare quei passi in avanti in materia di democrazia sindacale che riteniamo essenziali, ma la stessa tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori”.