BarchiAStasera, domenica 22 novembre, è in programma a Modena presso la Galleria Estense alle ore 21, ‘La Maraviglia di Bach’, ultimo concerto della XII edizione del Festival Grandezze e Meraviglie. Protagonista uno strumento da Wunderkammer, stanza delle meraviglie, il “Lautenwerk” strumento a tastiera immaginato da Bach per eseguire alcune delle sue composizioni per liuto decisamente ardue, dove il cembalista Michele Barchi si cimenterà in una rara esecuzione. Buona parte della musica per liuto di Bach è di trascrizioni di sue opere destinate ad altri strumenti. La simpatia estetica che Bach provava per il liuto come strumento solista dalla sonorità intima e armoniosa, lo ha sicuramente molto affascinato tanto da stimolarlo a creare o a trascrivere musica per questo strumento. Trasferire però il suono del liuto su uno strumento a tastiera è forse ancora più arduo e accattivante per un grande musicista come Bach, che non si accontentava quasi mai della qualità ottenuta dai costruttori di strumenti, infatti aveva una conoscenza organologica tale che il suo parere sulla qualità di uno strumento, in particolare sull’organo, era tenuto in grande considerazione dai costruttori stessi. La collaborazione con uno dei più attivi organari di area germanica, lo portò a progettare un nuovo strumento a corde, diverso dal cembalo per l’uso di corde in minugia, ma simile al liuto per la forma della cassa e la disposizione delle corde. È sopravvissuto un bozzetto di questo progetto, di sicuro non definitivo, che mostra la forma che lo strumento aveva in origine: una grande cassa ovale e profonda, con una sola tastiera al comando della meccanica. Rimangono le testimonianze dei teorici dell’epoca, che descrivono il nuovo strumento ideato e progettato dallo stesso Bach e chiamato Lautenclavicimbel o Lautenwerk (liuto a macchina) la cui qualità fonica era più simile a quella di una tiorba ma più sonoro e agile grazie alla meccanica della tastiera. Nell’inventario dell’eredità di Bach sono citati oltre a cinque cembali, due Lautenwerk e un liuto, a testimonianza dell’intenzione di ottenere il suono del liuto servendosi della tastiera. . Il clavicembalista Michele Barchi esegue numerosi brani scritti da Bach per “Liuto o lautenwerk”, avendo costruito esso stesso lo strumento in occasione dell’incisione discografica nella monumentale opera Bach 2000 della Teldec, e porta per la prima volta lo strumento dopo un lavoro di radicale modifica e perfezionamento.

Michele Barchi. Svolge gli studi musicali presso il conservatorio “G. Verdi” di Milano, diplomandosi in pianoforte, poi consegue il diploma in clavicembalo. Approfondisce le proprie conoscenze organologiche sulla costruzione di strumenti a tastiera, costruendo copie di clavicembali, spinette, virginali e organi. Ha fatto parte per alcuni anni dell’ensemble Il Giardino Armonico suonando, come continuista e solista, nei più importanti festival di musica, rassegne e stagioni musicali, in Italia e all’estero. Numerose le registrazioni radiofoniche, televisive e discografiche. Ha recentemente pubblicato un DVD dedicato alla musica per clavicembalo nel Settecento veneziano, includendo anche autori bresciani inediti. Come cembalista svolge attività concertistica, sia come solista che in formazione da camera con importanti ensemble e direttori (Claudio Abbado, Riccardo Muti, Chiara Banchini, Enrico Gatti, Monica Huggett). Si dedica inoltre alla ricerca e alla trascrizione di musiche manoscritte e inedite di compositori bresciani del Settecento. Alla passione per la musica affianca quella della pittura, realizzando quadri, eseguendo laccature, dorature e decorazioni su mobili e strumenti a tastiera.

Il programma: Grandezze e Meraviglie.