tribunale_aula_2Ha preso il via questa mattina nell’aula del Tribunale di Torino il processo a carico della multinazionale Eternit per disastro doloso e omissione volontaria di misure anti-infortunistiche, in cui anche la Provincia di Reggio si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Ernesto D’Andrea. La prima udienza ha già segnato un passaggio importante: il giudice ha infatti accolto la richiesta depositata nei giorni scorsi dall’avvocato D’Andrea di citare in giudizio anche l’Unione Europea, “per le disposizioni contraddittorie in materia di amianto che da un lato riconoscevano la pericolosità di tale sostanza, ma dall’altro lato lasciavano un ampio margine di discrezionalità agli Stati membri”, come spiega lo stesso legale che in aula ha anche avanzato la richiesta di un risarcimento danni per 1 miliardo di euro.

Stamattina era presente in aula anche l’assessore provinciale Antonietta Acerenza, che ha espresso “soddisfazione per questo primo atto che già in sè rappresenta un riconoscimento e un’affermazione importante della sicurezza sul lavoro quale responsabilità sociale e collettiva di una società civile”.

S.E.S. ed il barone belga J.M.L.G.D.C.D.M. sono i due imputati, a cui si contesta di aver omesso di collocare impianti, apparecchi e segnali destinati a prevenire malattie, ed in particolare patologie da amianto (carcinomi polmonari, mesoteliomi pleurici e peritoneali, asbestosi), negli stabilimenti di Cavagnolo, Casale Monferrato, Bagnoli e Rubiera. Secondo l’accusa le omissioni dell’azienda avrebbero provocato, dall’aprile del 1952 al 24 febbraio 2008, la morte di 2.056 persone e la malattia di altre 830, delle quali 267 mai entrate in una fabbrica Eternit.

L’iniziativa legale della Provincia è legata alla presenza anche nel Reggiano, appunto a Rubiera, di uno stabilimento Eternit che – dal 1960 fino al gennaio 1992 e attraverso varie denominazioni – ha operato in via Emilia Ovest 56 producendo lastre e manufatti in cemento-amianto e provocando, sempre secondo l’accusa, la morte di 2 dipendenti e l’infezione da particelle di amianto di altre 45. La decisione di costituirsi parte civile al processo di Torino era stata presa nel novembre 2008, all’unanimità, dalla Giunta provinciale in quanto “l’inchiesta Eternit investe direttamente il territorio e la popolazione reggiana sui quali si sono riversati pesantemente i danni di una gestione imprenditoriale gravemente lesiva del fondamentale diritto alla vita e alla salute dei cittadini”. Da qui la scelta di “costituirsi parte civile, quale portatrice dell’interesse collettivo della comunità provinciale, nel processo penale volto ad accertare le responsabilità e a punire i responsabili di questa silenziosa strage di innocenti”.