medici_1L’intero sistema immunitario dell’anziano è soggetto ad un complessivo declino caratterizzato sia da una deregolazione dei processi infiammatori, sia da una ridotta capacità della risposta immunitaria nel discriminare tra molecole estranee e molecole proprie dell’organismo. Nell’anziano si registra una diminuzione delle capacità di resistenza alle infezioni e ai tumori correlata a una tendenza a produrre più autoanticorpi, sintetizzati dal sistema immunitario quando questo non è in grado di distinguere tra cellule proprie e ed estranee.

Da queste considerazioni iniziali parte la teoria – sviluppata tra gli altri proprio dal prof. Franceschi – secondo la quale la perdita di funzionalità cellulare, tipica dell’età avanzata, potrebbe essere in parte imputabile agli attacchi del sistema immunitario contro i tessuti nativi dell’organismo stesso; questo assunto parrebbe dimostrato dalla maggior presenza in età avanzata di psoriasi ed alcune altre patologie autoimmunitarie. Da notare, inoltre, come sia ormai dimostrato che l’esposizione durante la vita ad agenti infettivi di varia natura riduce la longevità mediante meccanismi che accelerata immunosenescenza e di infiammazione cronica che sembrerebbero rafforzare questa teoria.

“L’osservazione delle alterazioni età-dipendenti del sistema immunitario che hanno contribuito alle concettualizzazioni del “remodeling, inflamm-ageing e riempimento dello spazio immunologico” di cui il Prof. Claudio Franceschi è uno dei maggiori esperti in ambito nazionale, e di cui si parla in questo seminario, rivolto agli studenti dell’Ateneo modenese e reggiano”. Ha commentato il prof. Leonardo Fabbri, direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio.

Si stima che in Italia, nel 2020 le persone con più di 80 anni potrebbero essere il 21% della popolazione (contro l’8,8% del 1950). “Comprendere i meccanismi che agiscono sulla longevità e sulla qualità della vita in età avanzata è quindi fondamentale per prevenire quelle patologie fortemente invalidanti e per orientare le politiche per la salute. In questa ottica di prevenzione va anche l’esperienza del Centro Benessere Donna istituito al Policlinico di Modena dedicato proprio alla prevenzione dei fattori di rischio legati alla menopausa che sono motivati da un mutato metabolismo dell’organismo”. Ha concluso la prof.ssa Maria Grazia Modena, direttore della Scuola di Specializzazione di Cardiologia.