La mia militanza politica, lunga, mi porta a valutare certe scelte con un po’ più di tranquillità: quello che sta accadendo in questi giorni nel PdL locale non è cosa che mi faccia piacere, come ho già avuto modo di ricordare, e credo che quando si è condiviso un percorso bisognerebbe provare democraticamente a far valere il proprio pensiero nel proprio Partito.

Ma questo è il mio pensiero. E un grande partito democratico e popolare, nonché moderato come il PdL può avere assestamenti locali e nazionali, dati dalla dimensione, appunto, e dalla compresenza di molte anime. Per questo non capisco perché dal PD arrivino queste “Cassandre” che prevedono implosioni, esplosioni, transumanze e affini.

E’ il PD nazionale se non sbaglio che nelle ultime elezioni politiche ha ottenuto un risultato ben al di sotto del 30%, che a Modena ha perso di fatto 15 punti in percentuale rispetto a 5 anni prima, che ha rischiato di andare al ballottaggio a Modena, alla Provincia (dove senza IDV ci sarebbe andato).

E’ il PD che ha perso un rappresentante come Rutelli, voce dei moderati. Che non riesce a staccarsi dall’IDV, per timore di dissanguare il suo elettorato, già molto ridotto.

Per quanto riguarda Davide Torrini, che candida l’UDC a vera alternativa di governo al PD, ricorderei che Pierferdinando Casini sta cercando sponda a sinistra contro Berlusconi, che col suo 6% nazionale, non riuscirà mai a sostituire. In ossequio ad un bipolarismo, che ormai è nelle teste dei cittadini, prima ancora che dei politici.

Insomma, chi è senza peccato scagli la prima pietra: per questo credo, che aldilà della normale dialettica politica, dove ci sta anche mettere in rilievo le debolezze dell’avversario, sarebbe bene guardare ai propri problemi interni, ben sapendo che la crisi dei partiti spesso è crisi della politica stessa, e questo non è un bene per la democrazia.

(Avv. Gian Paolo Lenzini, Vice coordinatore regionale – PDL)