“Nella provincia di Modena, capitale dei clandestini e dei lavoratori immigrati irregolari, si deve evitare che fatti gravi come quelli di Rosarno possano avvenire. Modena siede su una polveriera sociale fatta di sacche di degrado e di illegalità. Le situazioni create e non risolte all’Erre-nord, in zona Tempio o nell’area dell’ex autodromo o in San Faustino ne sono la conferma”. Lo afferma il Consigliere regionale e comunale del Popolo della Libertà Andrea Leoni.

“L’enorme numero di richieste di regolarizzazione presentate nella nostra provincia attesta che ci sono migliaia di immigrati senza lavoro che le politiche della sinistra hanno attirato irresponsabilmente sul nostro territorio. Gli amministratori di sinistra non sono interessanti se ci sono le condizioni sociali e lavorative necessarie per una loro reale integrazione. Non possiamo permetterci proteste di stranieri irregolari o regolari che hanno perso il lavoro a causa delle crisi economica che si trasformino in focolai di violenza. Non vorremmo che in nome dell’ideologia multiculturale venissero giustificate forme di protesta che ad altri lavoratori, non stranieri, non sarebbero giustamente concesse. La scelta del governo di ridurre i flussi annuali di lavoratori extracomunitari è stata lungimirante ma la cronaca quotidiana di Modena ci dice che la risoluzione radicale dei problemi parte dall’azione e dalla responsabilità degli enti locali. Purtroppo la giunta Pighi sembra fare di tutto per agevolare, anziché contrastare, la nascita di ghetti urbani e sociali e quindi quelle condizioni di degrado ed emarginazione sociale che spesso sfociano in violenza. All’Erre-nord ed in zona Tempio non è cambiato nulla. Basterebbe che il Sindaco si facesse un bel giro sotto i portici che portano alla stazione o nel sottopasso o nel supermercato di via Canaletto per rendersene conto. Crediamo inoltre che in questi anni sia mancato, da parte delle amministrazioni pubbliche, un reale confronto costruttivo e pratico con il mondo economico in merito alla gestione e alla presenza sul territorio dei lavoratori stranieri. I dati confermano che il modello teorizzato ed applicato dalla sinistra sia a livello comunale, provinciale e regionale su questi temi, ha miseramente fallito. E’ davvero giunto il momento di cambiare rotta”.