Dopo tre anni e mezzo non ha ancora un nome l’assassino di Stefano Gonella, il ventiseienne di Piario (Bergamo) ucciso a coltellate all’alba del 24 settembre 2006 nella sua abitazione di via Passarotti, nella prima periferia di Bologna.

Molti i dati raccolti nell’inchiesta della Squadra Mobile del capoluogo emiliano e anche un nucleo di potenziali sospetti su cui poter lavorare ancora. Per questo il Pm Maria Gabriella Tavano ha formulato al Gip una richiesta di archiviazione dell’indagine (i tempi delle indagini preliminari sono scaduti) e una contestuale richiesta di riapertura delle indagini.

Le indagini avevano già portato alla formulazione di un identikit dell’assassino che ritrae un uomo alto 1,80, sui trent’anni, fisico esile, capelli lunghi lisci, carnagione olivastra, probabilmente italiano. Unico segno particolare, una fossetta particolarmente pronunciata sul mento. Il ritratto del killer era stato tracciato grazie alle descrizioni incrociate di alcuni testimoni ascoltati dagli agenti della Squadra Mobile.

Ma c’e’ stato anche un lavoro di in chiesta basato su avanzatissimi sistemi di software che hanno permesso di incrociare svariati dati, compresi quelli delle celle telefoniche, e di potere tracciare i movimenti delle persone. Un lavoro che ha portato, appunto, ad un gruppetto di possibili sospetti, molti dei quali sono stati già scartati anche sulla base del confronto del Dna con quello ritenuto dell’assassino, trovato nella casa di via Passarotti.

Una inchiesta comunque difficile e resta ancora avvolto nel mistero il movente del delitto. Di certo c’è che la vittima conosceva il suo assassino: la sera precedente l’omicidio, Gonella, rientrò a casa con lui dopo una serata passata con gli amici tra pub e locali della città. I due parlarono a lungo, ascoltarono musica, fino al tragico epilogo preceduto da una violenta colluttazione. Udito il trambusto, un ragazzo spagnolo, ospite della vittima da qualche giorno, lasciò la camera attigua e vide un uomo con i capelli lunghi fuggire dall’appartamento. Il giovane vide Gonella riverso a terra in una pozza di sangue, agonizzante. Poco prima un testimone aveva riferito alla polizia d’aver visto l’assassino gettare una borsa nera nel cassonetto della spazzatura. Una borsa che apparteneva alla vittimae che dopo esser stata svuotata del contenuto, era stata buttata via.