“Mi appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche, affinché permettano ai bolognesi di tornare al più presto alle urne. Ricordo che ho dato le dimissioni il 28 gennaio, subito dopo l’approvazione del bilancio e subito dopo che il ministro Maroni aveva dichiarato di ritenerle indispensabili per licenziare un decreto che unisse le elezioni comunali a quelle regionali del 28 marzo. Successivamente, ho scritto al ministro per ribadire che non intendevo tornare sulla mia decisione, che confermo: le mie dimissioni sono irrevocabili”.

“Il risultato è che il governo non ha approvato alcun decreto per unificare le elezioni comunali e quelle regionali. Soprattutto, sembra non volere neanche riaprire la finestra elettorale di primavera, che permetterebbe di votare tra il 15 aprile e il 15 giugno. Non posso credere che, per cinici calcoli elettorali, si costringano i bolognesi a più di un anno di commissariamento, quando si potrebbe andare alle urne entro pochi mesi grazie a un semplice decreto che non entrerebbe in conflitto con alcun principio costituzionale”.