Dopo il disastroso avvio dei collegamenti veloci previsti dal nuovo orario, l’AD del Gruppo FS si è affrettato a mitigare le critiche parlando di un “periodo di rodaggio” e di “interferenze elettriche”, assicurandone il superamento entro il mese di gennaio. Ad ormai due mesi dalla partenza dei nuovi Frecciarossa/argento, le performances di questi treni sono rimaste molto al disotto degli standard annunciati su tutti i sistemi informativi.

La promessa di Trenitalia di percorrere in 37 minuti la tratta AV Bologna-Firenze – e viceversa – viene mantenuta da una minoranza di treni: su 138 Frecciarossa della fascia oraria 7→13 monitorati la scorsa settimana, solo 19 sono arrivati a Bologna o Firenze in orario, mentre il 53% dei convogli ha maturato un ritardo superiore ai 5 minuti. In direzione nord-sud i ritardi risultano di misura doppia rispetto alla direzione di marcia opposta (FI-BO).

Di fatto, da due mesi Trenitalia sta vendendo un prodotto/servizio di valore inferiore a quello promesso, mentre il prezzo è rimasto immutato. Questa profusione di ritardi non produrrà alcun risarcimento per gli utenti, vittime del disservizio e delle nuove regole “europee” applicate unilateralmente da Trenitalia e che prevedono rimborsi solo per ritardi superiori a 60 minuti. Ancora da definire i rimborsi negati da FS e poi promessi dal Ministro dei Trasporti per i gravi disservizi del 23 dicembre scorso.

In questa insostenibile situazione che si protrae da troppe settimane, Trenitalia continua a nascondersi dietro le “avversità atmosferiche”. Avversità che gli utenti FS e la stessa Protezione Civile percepiscono come una normale stagione invernale. Un pretesto inammissibile per i treni AV, salvo volerli declassare a più modesti “treni stagionali”. Ancora una volta i vertici FS hanno preferito tacere la vera causa del problema, strettamente legata alla scelta di inaugurare l’AV con infrastrutture non completate, come le stazioni di Bologna e Firenze.

Un risultato inadeguato rispetto alle ingenti risorse, pagate dai contribuenti, investite in infrastrutture e nuovi treni veloci. Risultati insoddisfacenti e tariffe fuori mercato che andrebbero sottoposti alla verifica di un’autorità di settore “autorevole” e che la politica italiana ha preferito colpevolmente di non istituire.

(Federconsumatori Emilia Romagna)