Nel 1953 il geologo Francesco Rodolico pubblicava un’importante opera intitolata “Le pietre delle città d’Italia”, nella quale descriveva e classificava le rocce da costruzione ed ornamentali utilizzate nei più importanti monumenti delle nostre città d’arte. Il volume non forniva solo dati fondamentali per eventuali restauri, ma completava le conoscenze di carattere storico e artistico in relazione a tecniche estrattive, trasporto, lavorazione e impiego nel corso dei secoli di queste fondamentali risorse.

Le pietre usate negli edifici civili e religiosi del centro storico di Reggio Emilia dall’età matildica al 19mo secolo, saranno l’argomento di una conferenza del prof. Luigi Vernia che si terrà domani, martedì 16 febbraio, alle ore 21, nella sede dei musei civici (palazzo San Francesco, via Spallanzani 1).

Particolare riguardo verrà rivolto al periodo XV – XVI secolo, durante il quale si passò dall’impiego di rocce dell’Appennino all’impiego di rocce alpine, a dimostrazione di una netta evoluzione delle tecniche estrattive e di trasporto dei materiali.

L’incontro è promosso all’interno del ciclo Tra Scienza e Natura, in collaborazione con la Società reggiana di scienze naturali. L’ingresso è gratuito.

Luigi Vernia è nato a Reggio Emilia ed è laureato in Scienze geologiche presso l’Università di Parma. Ha collaborato con il Servizio Geologico d’Italia e con il CNR per lo studio dei terreni vulcanici. Dal 1969 è entrato negli organici dell’Università di Parma, dove oggi è professore Associato. Come Docente di Rilevamento ha svolto la sua attività scientifica nel campo geopetrografico, con particolare riguardo per i terreni vulcanici, senza trascurare studi anche su rocce sedimentarie dell’Appennino. Ultimamente ha rivolto il suo interesse a studi di Petrografia applicata su materiali litoidi e sedimenti argillosi. La sua produzione bibliografica conta oltre 50 lavori a stampa e carte geologiche relative alle vulcaniti plio-quaternarie della Sardegna centro-occidentale e del Lazio settentrionale, alle vulcaniti permiane dell’Alto Adige, alle ofioliti ed alle successioni epiliguri dell’Appennino. Non ha trascurato anche studi di carattere più applicativo, collaborando a ricerche nelle aree terremotate del Friuli e dell’Irpinia e ai dissesti idrogeologici dell’Alta Val Parma.

Info: Musei Civici di Reggio Emilia – via Spallanzani 1 – 0522/456477 – Musei di Reggio.