La Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, diretta dal prof. Giorgio De Santis, è stata individuata dalla Regione Emilia Romagna come Centro di riferimento regionale nella cura delle complicanze da fillers del volto. Dopo quello di Roma sarà il secondo centro del genere in Italia.

I fillers sono materiali iniettabili impiegati comunemente nella chirurgia e medicina estetica. Vengono iniettati nel derma o nel tessuto sottocutaneo allo scopo di riempire depressioni, rughe, o di aumentare i volumi. I fillers possono essere riassorbibili (biodegradabili) o permanenti. L’uso non controllato e soprattutto l’abuso di questi fillers, anche da parte di medici non specialisti, ha portato in questi ultimi anni ad un aumento esponenziale delle complicanze come reazioni granulomatose da corpo estraneo, noduli fibrotici, infezioni e dislocazioni, per le quali le attuali terapie spesso non consentono una guarigione.

La Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva del Policlinico di Modena che da anni si è presa carico delle patologie associate all’abuso di fillers ha, quindi, inaugurato un innovativo approccio integrato al problema, sperimentando una terapia basata sull’azione della chirurgia associata al laser chirurgico che sta dando buoni risultati.

“Il Policlinico di Modena è tra le prime strutture in Italia ad aver affrontato organicamente questa patologia – spiega il prof. Giorgio De Santis – perché ci siamo resi conto che l’unico modo per offrire a questi pazienti una qualità di vita accettabile era combattere queste nuove patologie con armi differenti che, convergendo su un unico obiettivo, potessero ottenere se non la totale scomparsa della complicanza, almeno un suo accettabile miglioramento”.

Il riconoscimento regionale, giunto in questi giorni, consentirà al Policlinico oltre che di arricchire la strumentazione a disposizione degli specialisti e di qualificare le competenze in questo particolare ambito di ricerca scientifica e di cura, di attivare anche un ambulatorio bimensile dedicato. “La problematica del trattamento delle complicanze granulomatose ed infettive conseguenti all’impianto di fillers prevede un approccio integrato che coinvolge oltre ad un chirurgo plastico anche un esperto di laser terapia. Il laser, pertanto, svolge una parte complementare del trattamento che prevede spesso l’ausilio di tecniche chirurgiche come l’ablazione del granuloma”. Spiega il dottor Antonio Spaggiari, specialista in Chirurgia Plastica e Ricostruttiva che seguirà l’ambulatorio bimestrale del Policlinico.

Dall’inizio dell’anno sono stati trattati al Policlinico una decina di pazienti e sono già una quindicina quelli in lista per l’intervento col laser chirurgico, del quale si stanno ultimando gli ultimi test tecnici prima di essere operativo. Presumibilmente lo sarà entro tre-quattro settimane.

La Regione Emilia Romagna ha approvato il progetto ha concesso un finanziamento di 55 mila euro che hanno consentito l’acquisto del laser (tipo Lasemar 800), l’accesso bimensile di un medico esperto in laser terapia e l’assunzione a contratto del dottor Spaggiari, specializzato in Chirurgia Plastica, che seguirà il progetto.

“Con questo progetto il Policlinico di Modena, sempre attento a cogliere quelle che si configurano come emergenze clinico-sanitarie per la popolazione, si pone ancora una volta all’avanguardia nel campo delle specializzazioni chirurgiche e, in particolare, nel trattamento degli effetti collaterali che un abuso di pratiche estetiche sta rendendo sempre più drammatici. In una struttura ospedaliera pubblica, il ruolo di un’attività come la chirurgia plastica è anche quello di costituire un punto di riferimento per una corretta comprensione dei rischi di un uso indiscriminato di <<formule magiche>> per migliorare il proprio aspetto e, dove ormai sia troppo tardi, di porre rimedio ai danni, per quanto possibile. Per fare questo, però, occorrono risorse e per questo siamo molto felici che la Regione abbia approvato e finanziato il nostro progetto, permettendo al Policlinico di diventare Centro di riferimento regionale”. Ha affermato il direttore generale, dott. Stefano Cencetti.

La Società Italiana di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e quella di Dermatologia hanno recentemente lanciato l’allarme sull’uso improprio dei fillers antirughe, ricordando che degli oltre 150 prodotti a marchio CE in commercio nel nostro Paese solo 7 sono stati approvati dalla Food and Drugs Administration statunitense. Gli esperti chiedono quindi di equiparare i fillers ai farmaci iniettabili e creare un registro che ne attesti la tracciabilità e ne individui lo specialista di riferimento. “L’istituzione di un registro nazionale – conclude il prof. De Santis – permetterà senz’altro di mettere un po’ d’ordine e di scoraggiare l’uso improprio di questi presidi. Nel frattempo il nostro compito è quello di fare il possibile per curare gli effetti collaterali stabilizzati”.

La Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva ed estetica del Policlinico annualmente segue come attività istituzionale centinaia di casi di ricostruzioni post-oncologiche e post-traumatiche che interessano il distretto mammario, quello cervico-facciale e gli arti, utilizzando anche molte tecniche innovative, quali la microchirurgia ricostruttiva per la quale il prof. De Santis è presidente della Società Italiana. La struttura, inoltre, persevera e diffonde il concetto di chirurgia estetica <<sicura>> utilizzando le strutture del Policlinico per gli interventi di chirurgia estetica in attività libero – professionale.

“La nostra Facoltà sta sempre più impegnandosi nello sviluppo di attività di ricerca,– ha commentato la prof.ssa Gabriella Aggazzotti – e questo sia nelle scienze di base, sia nella ricerca clinica: in quest’ultimo caso la maggior parte degli studi è mirata a dare risultati che possano essere applicati ad interventi di assistenza sanitaria, che tengono conto dei bisogni di salute della popolazione. Il tema delle complicanze da filler è sicuramente di attualità: sempre più persone, soprattutto di sesso femminile, si sottopongono a questi trattamenti per adeguarsi a canoni estetici che privilegiano un aspetto giovanile per periodi più lunghi. Questa problematica per dimensione ed estensione del fenomeno, ha assunto ormai una rilevanza notevole, e ciò per lo scarso rigore e l’abuso nell’impiego, non solo in passato, ma anche oggi, di prodotti non certificati da parte di medici poco scrupolosi. Il sostegno offerto dalla Regione Emilia Romagna per la realizzazione del centro di riferimento per queste complicanze è un fondamentale contributo che consente di sviluppare ulteriormente le ricerche cliniche che si stanno conducendo a Modena, e produrrà certamente risultati utili per migliorare l’approccio assistenziale a questi pazienti. Oltre all’aspetto relativo alla ricerca è da sottolineare come l’attenzione che al problema da anni dedica la nostra Struttura Complessa di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dimostri sensibilità per le sofferenze di tanti pazienti, modenesi e non solo, e anche determinazione nel perseguire nell’attività clinica e formativa dei futuri medici linee di condotta ispirate alla competenza ed alla professionalità. Questo è un valore importante che come Facoltà di Medicina e Chirurgia vogliamo consegnare, oltre ad una formazione completa e qualitativamente elevata, nel bagaglio dei nostri studenti per il loro futuro professionale.