Fino a tre anni fa le cartelle cliniche dei modenesi erano conservate nei luoghi propri, vale a dire negli archivi ospedalieri e nei distretti sanitari. Nel 2006 la furia privatizzatrice che pervade molti atti dell’AUSL di Modena portò ad indire una gara d’appalto per la gestione complessiva degliarchivi. Tra le altre aziende competitrici se ne presentò una di Genova, la CSO, che presentò un incredibile ribasso dell’importo d’asta del 39%.

Nonostante si trattasse con evidenza di una offerta fortemente anomala, la gara venne aggiudicata alla CSO, dopo che la stessa aveva fornito diverse garanzie, tra cui la dislocazione in provincia degli archivi. La CSO affittò quindi un capannone di 3000 mq a Castelfranco Emilia, dove vennero trasferiti nel 2006 gli archivi sparsi in provincia. Un ribasso del 39% non consente certo forti investimenti, e quindi esistono forti dubbi sull’idoneità di quella struttura a conservare materiali delicati ed importanti come l’archivio sanitario di una intera comunità. Inoltre pare che lo stabile sia stato utilizzato impropriamente per diverso tempo come ricovero notturno di varie persone, ed alcuni locali adibiti a cucina improvvisata. Di ciò esisterebbe conferma a seguito di una ispezione dei Carabinieri di Castelfranco Emilia.

Fare cucina in locali destinati ad uffici od archivio, in ambienti privi di estintori, a pochi metri da tonnellate di documenti di straordinaria importanza, è quantomeno improprio. L’AUSL ne era a conoscenza? Filcams e lavoratori hanno appreso da alcune settimane che l’AUSL di Modena ha accettato la proposta di CSO di spostare gli archivi in una località distante 250 chilometri.

I motivi? Da una parte il ribasso del 39% non consente margini interessanti, e le spese (che dovevano essere fatte nel 2006) per la messa a norma della struttura in affitto vengono evidentemente considerate da CSO eccessive. Sarà così stipato l’archivio ad Ovada, in provincia di Alessandria, dove già esiste una struttura simile della stessa azienda. Dall’altra parte, la proposta di CSO è stata considerata allettante dall’AUSL, perché accompagnata dalla proposta di uno sconto del 5% dell’importo di gara.

Perderanno così il posto di lavoro i 4 lavoratori e lavoratrici modenesi, oggi impegnati nell’appalto. Il loro compito è quello di rispondere, nei tempi più brevi possibili, alle richieste di documentazione (per la maggior parte in originale) che pervengono dalle strutture sanitarie della Provincia, e farle pervenire sempre nei tempi più brevi. Da parte dell’AUSL sono state fatte soltanto generiche promesse di ricollocamento dei lavoratori che perderebbero il posto di lavoro, che confidiamo siano concretizzate al più presto. Secondo l’AUSL di Modena nulla osterebbe ad accettare la proposta di trasferimento. Lascia esterrefatta la semplicità con la quale si può decidere di trasferire milioni di documenti relativi alla storia sanitaria di centinaia di migliaia di modenesi in un luogo lontano dalla nostra provincia, rendendo assai probabili infiniti disservizi. Disservizi già peraltro puntualmente verificatisi, visto che il trasloco è già iniziato da diverse settimane.

Le domande che sorgono spontanee sono molte. Se oggi si accetta un trasferimento di 250 km, cosa vieterebbe domani un trasferimento ben maggiore, a fronte di uno sconto superiore al 5% ? E cosa vieterebbe ad un’azienda russa, o cinese, o australiana di candidarsi a conservare in quelle nazioni le cartelle cliniche dei modenesi? Infine ci chiediamo, sono stati informati di tutto ciò i Presidenti della Conferenza territoriale Sociale e Sanitaria? Sono d’accordo con questa operazione?

(Filcams Cgil Modena)