Il Consiglio comunale di Reggio Emilia ha approvato oggi la delibera di integrazione del Patto parasociale (accordo che disciplina i rapporti fra i soci ex Enìa e la Finanziaria sviluppo utilities srl ligure-piemontese) che consentirà all’assemblea straordinaria dei soci di votare e quindi inserire la clausola del 51 per cento a controllo pubblico nello Statuto della nuova società.

Il documento, immediatamente eseguibile, è stato approvato all’unanimità. Assenti in aula, al momento del voto, le opposizioni.

“Con questa operazione accettiamo la sfida di stare sul mercato con un’azienda pubblica – ha detto il sindaco Graziano Delrio a conclusione del dibattito – Porteremo dentro questa nuova avventura industriale l’esperienza del nostro territorio, perché con Iren non ci scioglieremo come è successo ad alcune realtà confluite in A2A, ma rimarremmo un riferimento forte per il territorio per creare ricchezza e occupazione”. Rivolgendosi alle opposizioni ha aggiunto: “volevamo discutere in Consiglio comunale del piano industriale della società, ma su questo aspetto l’opposizione è stata assente”.

Insieme alla delibera, sono stati approvati 7 ordini del giorno.

Il primo, promosso dai consiglieri Vecchi, (Pd), Nasuti (SeV) e Riva (Idv), impegna tra l’altro la Giunta comunale a “sostenere il Presidente della Regione Emilia Romagna nel ricorso alla Corte Costituzionale e a riportare le preoccupazioni espresse tanto dalla società civile quanto da esponenti di Regioni ed Enti Locali in merito alla soppressione delle Ato; ribadire all’interno dell’Ato la propria titolarità delle funzioni di organizzazione del servizio idrico integrato, di scelta della forma di gestione, di determinazione e modulazione delle tariffe all’utenza, di affidamento della gestione e relativo controllo; proseguire e intensificare le azioni di informazione e promozione del risparmio idrico meritoriamente intraprese; mantenere lo stesso spirito di gestione pubblica dell’acqua anche nel nuovo assetto societario Iren, poiché è da considerarsi patrimonio civico della nostra comunità.”

L’ordine del giorno è stato approvato con 24 voti a favore (gruppi proponenti e Reggio 5 stelle) e 7 contrari (Lega nord, Città attiva e Udc).

Gli altri 6 ordini del giorno, approvati con voto unanime o a larga maggioranza, erano invece a firma del capogruppo di Reggio 5 stelle Olivieri, che ne aveva presentati 21.

Il primo di questi, che ha ottenuto il voto favorevole di 31 consiglieri e l’astensione di 2 consiglieri del Pdl, impegna la Giunta a “elaborare un vasto piano per intercettare e stoccare le acque piovane, riutilizzare i pozzi che captano dalla falda superficiale, realizzare microreti per l’utilizzo delle acque di qualità inferiore per usi di basso livello, servendo utenze mirate.”

Un secondo ordine del giorno, approvato con l’astensione di 5 consiglieri (Lega nord e Udc), impegna a stimolare la nuova società a promuovere sistemi più efficienti di consumo di gas, sostituendo i vecchi impianti con moderne caldaie a condensazione e sistemi di microgenerazione, cogenerazione e trigenerazione.

Un altro ordine del giorno, approvato dai 25 consiglieri presenti in aula, impegna a coinvolgere la nuova società e il gestore della rete telefonica ad agevolare la cablatura del territorio in corrispondenza di scavi e altre opere per agevolare la copertura del servizio a banda larga nel territorio comunale a costi minori.

Un ulteriore odg è stato approvato con la sola astensione del gruppo Udc. Il testo impegna a richiedere alla nuova società una sintesi dei Piani strategici per coinvolgere i Consigli comunali e orientare le scelte prima della pubblica informativa dei piani stessi.

Un odg approvato con 6 astensioni (Lega nord e Pdl) impegna a stimolare la stesura da parte della nuova società di un Piano di emancipazione dai combustibili fossili e sviluppo di energie rinnovabili, escludendo investimenti nell’energia nucleare. Il testo impegna inoltre a informare il Consiglio della detenzione di pacchetti azionari di rilevante entità, anche tramite società controllate da Gazprom o altri “importanti player nella vendita di gas metano”.

L’ultimo odg approvato ha ottenuto i 26 voti a favore di Pd, Lega nord, Udc, SeV e Reggio 5 stelle, il voto contrario di Iotti della Lega nord e l’astensione di Vinci della Lega nord e Cattani del Pd. Il testo impegna la Giunta a proporre uno schema contrattuale per gli amministratori che comporti le loro dimissioni in caso sussistano giudizi di condanna per reati contro la Pubblica Amministrazione.

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“La costituenda società Iren, nata dalla fusione tra Enìa e Iride, accetterà certamente la sfida delle gare per ottenere affidamenti, si misurerà inevitabilmente con la competizione di mercato. Lo farà tenendo però ferme e salde le proprie basi in una serie di valori territoriali che hanno da sempre caratterizzato Enìa: efficienza e solidarietà, capacità di stare vicini ai cittadini e di fare impresa, di difendere l’occupazione e aumentare la ricchezza del nostro territorio. Perché ciò avvenga, perché efficienza e solidarietà stiano insieme giovando ai cittadini, è opportuno che permanga un controllo pubblico della società multiutility, un controllo pari al 51 per cento”.

Lo ha detto oggi in Consiglio comunale il sindaco Graziano Delrio, presentando la delibera di integrazione del Patto parasociale (accordo che disciplina i rapporti fra i soci ex Enìa e la Finanziaria sviluppo utilities srl ligure-piemontese), premessa che consentirà all’assemblea straordinaria dei soci Enìa di votare e quindi inserire la clausola del 51 per cento a controllo pubblico nello Statuto della nuova società.

“Questa integrazione – ha detto Delrio – raccoglie due sollecitazioni, tradotti nei mesi scorsi in ordini del giorno, provenienti dal Consiglio comunale di Genova e dal Consiglio comunale di Reggio. E’ quindi una sollecitazione di tipo politico, che recepiamo, pur nella consapevolezza che l’indicazione del ‘51 per cento pubblico’ nel Patto parasociale costituiva un’amplissima garanzia di controllo, essendo fra l’altro il Patto parasociale modificabile soltanto con deliberazione di Consiglio comunale. La proposta odierna, non fa che sottolineare ulteriormente il vincolo maggioritario pubblico, mostrando sensibilità alle indicazioni consiliari”.

“Tale integrazione al Patto parasociale – ha proseguito il sindaco – è sul piano politico in netta controtendenza, rispetto alle scelte del governo. Il decreto Ronchi mira infatti a indebolire la partecipazione pubblica nelle società ex municipalizzate, costringendo alla vendita di azioni fino ridurre la partecipazione pubblica al 30 per cento: un indebolimento notevole del ruolo pubblico nelle multiutility, un’apertura incontrollabile a un mercato deregolamentato. Al contrario, con il nostro atto di oggi, noi poniamo i Comuni nelle condizioni di assumersi ancora una volta la responsabilità della gestione totalmente pubblica di diversi asset (cespiti d’impresa, ndr) in ambito territoriale. Si tratta di quegli asset che hanno avuto particolare successo nel rapporto con i cittadini: la raccolta dei rifiuti; la gestione del ciclo idrico con proprietà delle reti di distribuzione totalmente pubblica, perché un bene primario, non commercializzabile, come l’acqua, richiede di essere totalmente affidato nella gestione a chi ha il governo del territorio, i Comuni; e la determinazione delle tariffe, anch’essa competenza dei Comuni, attraverso l’agenzia Ato. Il governo, è noto, vuole abolire gli Ato provinciali e istituire gli Ato regionali, cancellando indistintamente esperienze di buon funzionamento degli enti locali, vietando la libertà degli enti locali di organizzare i loro asset nella maniera che ritengono la più efficiente possibile”.

“La nostra linea sul controllo pubblico degli asset strategici per la comunità – ha concluso Delrio – trova conferma infine nell’atto di oggi, con la garanzia ulteriore che il gestore avrà un controllo totalmente pubblico, avendo una partecipazione azionaria pubblica nella nuova società multiutility superiore al 51 per cento. Questo significa accettare anche la sfida dell’efficienza, dentro a un controllo pubblico. Pubblico non è di per sé sinonimo di efficienza. Ma noi crediamo che Enìa, come la gran parte delle aziende municipalizzate, abbia dimostrato che si può gestire in maniera efficiente, anche secondo parametri di mercato, pur mantenendo un controllo maggioritario degli enti pubblici. E’ stato dimostrato nella qualità dei servizi, con l’attenzione alle utenze, con il controllo dei costi delle tariffe, con provvedimenti che hanno creato un rapporto di fiducia e qualità nella relazione tra aziende, enti pubblici di riferimento e cittadini. Crediamo nella validità dimostrata di questo modello e siamo certi che la nuova società nata da Iride ed Enìa saprà muoversi all’altezza di questa esperienza”.