Per approfondire i recenti provvedimenti di revisione degli studi di settore delle imprese commerciali, turistiche e dei servizi si è tenuto a Bologna, organizzato da Confesercenti Emilia Romagna, un convegno di approfondimento sul rapporto tra questi strumenti fiscali e la crisi economica, che già dalla seconda metà del 2008 colpisce anche il settore terziario dell’Emilia Romagna. All’incontro, che ha visto la presenza di numerosi operatori economici e consulenti di tutta la regione, sono intervenuti: il Direttore di Confesercenti Emilia Romagna, Stefano Bollettinari; il Coordinatore regionale dei servizi, Giacomo Raisi; i Funzionari S.O.S.E. (società per gli studi di settore), Danilo Ballanti e Marina Eusebio; il Capo Ufficio Accertamento Direzione Regionale delle Entrate Emilia Romagna, Antonio Cologno; il Responsabile Servizi Tributari della Confesercenti nazionale, Marino Gabellini; il Presidente regionale di Confesercenti Emilia Romagna, Roberto Manzoni.

Il convegno ha approfondito il contenuto dei recenti provvedimenti correttivi per l’anno di imposta 2009 e sviluppato un confronto sull’applicazione degli stessi alle imprese del commercio, turismo e servizi.

“La Confesercenti Emilia Romagna- sostiene Roberto Manzoni, Presidente regionale di Confesercenti- pur ritenendo che lo strumento degli studi di settore, rispetto ad altri strumenti accertativi, abbia ancora una sua validità, chiede che vi sia un adeguamento continuo alla situazione reale dell’economia e delle imprese, che stanno scontando una situazione di notevole difficoltà iniziata nella seconda metà del 2008”.

“Le imprese del commercio, turismo e servizi- continua Stefano Bollettinari, Direttore Confesercenti Emilia Romagna- pur facendo ogni sforzo per resistere ed affrontare la crisi stanno registrando un significativo calo dei fatturati e della redditività, a fronte di una dinamica dei costi in tendenziale aumento. E’ quindi necessario che gli studi di settore siano corrispondenti alla reale dinamica aziendale, per non penalizzare ulteriormente le imprese già colpite dalla crisi dei consumi”.