Nell’ambito di un piano strategico coordinato dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, da alcuni mesi sono state intensificate tutte le attività di repressione dei reati in materia di prostituzione (e di traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento della prostituzione) sul territorio della provincia di Modena e, in particolare, le attività della II Sezione Criminalità Straniera della Squadra Mobile sia di intelligence che operative sul territorio, finalizzate all’assicurazione alla giustizia dei latitanti internazionali con a carico provvedimenti restrittivi emessi da Autorità Giudiziarie straniere per reati di tratta e prostituzione, che hanno nel frattempo trovato rifugio in Italia.

Grazie alle quotidiane attività di localizzazione e rintraccio di soggetti destinatari di provvedimenti giudiziari, svolte su tutto il territorio nazionale dalla locale Squadra Mobile di concerto con tutte le altre Squadre Mobili del Paese, sono state intensificate tutte quelle attività finalizzate all’arresto di soggetti di origine moldava (alcuni dei quali gravati da precedenti penali e di polizia per gravissimi reati consumati in vari stati esteri), che sono stati segnalati dall’Interpol per esecuzione di provvedimenti di cattura o per Mandati di Arresto Europeo alla Polizia di Stato di Modena in quanto hanno trovato riparo nella nostra provincia.

Da alcune settimane erano in atto mirati servizi, svolti di concerto con gli operatori della Divisione Interpol del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, finalizzati al rintraccio di una cittadina moldava, condannata dal Tribunale di Botanica (Moldavia) alla pena di anni 7 di reclusione per il reato di traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento della prostituzione.

A seguito di attività di indagine svolte dalla Polizia moldava, era emerso che la donna in concorso con alcuni complici aveva reclutato due donne al fine di indurle alla prostituzione e ricavarne profitto.

Il 3 settembre 2007 le due vittime erano state fermate all’aeroporto internazionale di Chinisau dalle autorità di Polizia ed avevano confermato di essere sfruttate.

La donna moldava in argomento veniva posta in stato di fermo. Il 3 gennaio 2008 la stessa donna lasciava il territorio moldavo.

L’ufficio Interpol di Chinisau diramava quindi le ricerche nei confronti della donna in quanto gravata da ordine di cattura 1-42/08 emesso dal Tribunale di botanica per l’espiazione della pena di anni 7 di reclusione per il reato di traffico di esseri umani finalizzato allo sfruttamento della prostituzione (art. 165, P 2 del codice penale moldavo).

Le attività nel frattempo svolte dalla polizia moldava di concerto con la Divisione Interpol, avevano consentito di localizzare la donna moldava in provincia di Modena, centro nel quale aveva nel frattempo preso la residenza unitamente al marito italiano.

Sulla base di quanto emerso, venivano avviate attività di localizzazione ad opera della II Sezione della Squadra Mobile di Modena i cui operatori, in contatto costante con gli uffici di riferimento internazionali, riuscivano a rintracciare la donna nel comune di San Prospero della provincia di Modena.

A seguito di alcuni giorni di appostamento, verificato l’inserimento del provvedimento di arresto nella banca dati, nella giornata del 15 aprile 2010, la donna veniva localizzata e tratta in arresto in base all’art. 716 del codice di procedura penale (in relazione all’art. 715 comma 2) ed identificata per L.P.A., nata in Moldavia nel 1984.

Al termine delle formalità di rito, la donna tratta in arresto è stata associata presso la locale Casa Circondariale di S. Anna a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.