Nel corso della seduta del Consiglio comunale di Carpi di giovedì 29 aprile sono stati discussi vari temi: in questa nota stampa riassumiamo quelli che non hanno trovato posto nei precedenti resoconti inviati nei giorni scorsi alle redazioni dei mezzi di comunicazione.

All’ordine del giorno del civico consesso era prevista una mozione del gruppo PdL sulle dimissioni dell’assessore Miria Ronchetti. Il documento, firmato dal consigliere Roberto Benatti, faceva riferimento al fatto che dopo un mese del dimissionamento dell’assessore la Giunta non è stata ancora ricomposta e “che le voci di corridoio darebbero preso il Sindaco tra due fuochi, visto che sia la componente cattolica che quella diessina del Pd avrebbero presentato propri nominativi al primo cittadino. Inoltre sentite le voci ricorrenti e viste le note della stampa locale secondo le quali non ci sarebbe più – se mai c’è stato – un rapporto di fiducia fra Sindaco e Vice si invita Campedelli a ridefinire e completare al più presto la Giunta, scegliendo gli assessori in base alle loro competenze effettive, dimostrate dall’esperienza e dal curriculum, e non sempre e solo in rispetto e in ossequio ai giochi partitici e correntizi”. Il Sindaco Campedelli ha esordito ricordando che avrebbe potuto tenere a lungo le deleghe dell’assessore Ronchetti, e ribadendo la propria autonomia nello scegliere i componenti della Giunta comunale, negando al contempo di avere ricevuto elenchi di nomi: “sono altri che parlano ai giornali e non solo indicando nomi, certamente non io…Continuiamo a riunirci, farò le valutazioni del caso e presenterò a suo tempo un nuovo nominativo con le relative deleghe”. Benatti ha sottolineato però i tempi lunghi di questa scelta e come il non voler parlare della ‘delibera Bulgarelli’ non votata dal Vicesindaco a suo tempo indichi che non ci possa esser molta fiducia nei confronti dell’assessore Borsari. E se il capogruppo del Pd Davide Dalle Ave ha stigmatizzato le “affermazioni provocatorie di Benatti, che ci raccontano di un dibattito nel Pd di cui io che sono il segretario non sono a conoscenza” il collega della Lega nord Padania Argio Alboresi ha spiegato di avere inviato a Roma gli atti relativi alla ‘delibera Bulgarelli’ per avere chiarimenti. La mozione firmata da Benatti non è stata poi approvata avendo ottenuto i soli voti di PdL, PdL/Gc e Lega nord Padania, l’astensione di Lorenzo Paluan (Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc) e il suffragio contrario di Idv e Pd.

Approvato invece un ordine del giorno sull’utilizzo dei beni confiscati alla mafia, presentato da Andrea Bizzarri dell’Italia dei Valori (poi firmato anche dai gruppi Pd e Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc). Il documento esprimeva rammarico per la decisione di Parlamento e Governo di presentare un emendamento sulla vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare a scopi sociali entro tre o sei mesi. “E’facile immaginare – ha spiegato Bizzarri in aula – grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare case, ville o terreni appartenuti ai boss e che rappresentano altrettanti simboli del loro potere”. Diversi consiglieri (Depietri, Gelli e Cavazzuti del Pd oltre a Paluan della Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc ad esempio) sono intervenuti per sostenere questa richiesta, ribadendo come si debba dare in questo modo un segno alla popolazione civile, per sostenere progetti a favore della cultura della legalità, responsabilizzando gli enti locali “in nome della battaglia culturale – ha detto Cavazzuti – che ha visto i giudici Falcone e Borsellino in prima linea”. D’altro canto Alboresi e Pollastri della Lega nord Padania e Rostovi del PdL hanno teso a ricordare che il ministro degli Interni Maroni ha intensificato di molto in questi anni la lotta contro la mafia, con la stessa legge per vendere gli edifici sequestrati ad esempio. Rostovi ha anche ricordato come di 8933 beni confiscati a dicembre ve ne fossero 3526 abbandonati. “Venderli è comunque una soluzione, possiamo requisirli dopo – ha spiegato – e usare i soldi per combattere i mafiosi”. L’ordine del giorno di Bizzarri è stato al termine del dibattito votato da Pd, Idv, Lorenzo Paluan, ma non da PdL, PdL-Gc e Lega nord Padania.

Ritirata dall’ordine del giorno nella seduta di giovedì scorso del Consiglio comunale infine una delibera relativa all’approvazione del Regolamento per l’applicazione della tariffa per la gestione dei rifiuti urbani e assimilati. L’assessore all’Ambiente Simone Tosi ha infatti ricordato come il Governo proprio in extremis abbia firmato un decreto che posticipa al 31 maggio i termini per l’approvazione da parte dei Comuni dei bilanci preventivi e dunque abbia preso tempo per dirimere una situazione complicata che tanto sta facendo discutere anche i nostri enti locali, tra Tia e Tarsu, tra tassa e tariffa. Ricordiamo al proposito che nel corso del Consiglio comunale del 22 aprile scorso di questo argomento si era parlato molto. In particolare erano stati presentati in aula tre ordini del giorno sul tema, l’uno del Sindaco Campedelli, l’altro firmato da Lorenzo Paluan, capogruppo della Lista civica Carpi a 5 stelle-Beppegrillo.it-Prc, e il terzo da PdL, Lega nord Padania e Alleanza per Carpi. Motivo del contendere è la sentenza della Corte Costituzionale che nel luglio 2009 ha sancito che la Tia (tariffa d’igiene ambientale, corrispettivo di un servizio dato) è un tributo (per un servizio erogato) e quindi non può essere soggetta all’addebito Iva del 10%. L’ordine del giorno di Paluan chiedeva infatti che fossero Sindaco e Giunta a chiedere ad Aimag di attivare le procedure per eliminare questo addebito dalle future bollette e discutere le modalità di restituzione del pregresso, informando i cittadini che quanto versato ingiustamente verrà rimborsato per iniziativa unilaterale di Aimag e del Comune. Il documento presentato dall’assessore all’ambiente Simone Tosi e firmato dal primo cittadino invitava invece il Consiglio a votare l’auspicio dello stesso ai parlamentari affinché sostenessero le proposte di un emendamento dell’Anci regionale che affermava la natura di corrispettivo della Tia, consentendo la riscossione da parte del gestore e evitando che si riversasse sui Comuni e sullo Stato un costoso contenzioso con cittadini e imprese. Il terzo ordine del giorno chiedeva poi al Comune di predisporre “i necessari atti deliberativi in modo da non aumentare in nessun modo i costi per i rifiuti a carico di cittadini e imprese e attivare procedure semplificate per agevolare le pratiche di rimborso Iva”. Nel corso del dibattito sono stati evidenziati i valori in gioco (800-900 mila euro l’anno dal 2002, anno d’introduzione della Tia a Carpi, 6 miliardi in Italia; 17 comuni su 47 della nostra provincia interessati; 300 mila domande di rimborso già attivate nel nostro paese), e i rappresentanti di maggioranza e minoranza si sono fronteggiati sulle responsabilità di questa situazione, su come risolverla di comune accordo o meno dopo la sentenza della Cassazione che ha originato il tutto, sui rischi per il bilancio di Aimag se dovesse fare fronte a questa restituzione del 10% e per le aziende che non potrebbero più restituire l’Iva.

I tre documenti sono stati infine messi al voto: quello di Paluan ha ottenuto l’ok dello stesso presentatore e del gruppo ApC, l’astensione di IdV e il no di Pd, PdL e Lega nord Padania. L’ordine del giorno firmato dal Sindaco, l’unico approvato, ha ottenuto invece l’ok di Pd, IdV, Apc e Paluan, il no di PdL e Lega nord Padania. Il terzo documento infine i voti favorevoli dei presentatori e quelli contrari di Pd, IdV e Paluan.