Petrit Vasili, Ministro della Sanità della Repubblica di Albania, ha incontrato stamane all’Ospedale Maggiore di Bologna il direttore generale dell’Azienda USL, Francesco Ripa di Meana, accompagnato da Giovanni Gordini, direttore del Dipartimento di Emergenza e da Paolo Zucchelli, responsabile del Centro Regionale Sangue per l’Emilia – Romagna.

L’incontro è avvenuto nell’ambito della visita di due giorni che il Ministro della Sanità sta svolgendo, da ieri, 24 maggio, in Emilia-Romagna con l’obiettivo di conoscere il Servizio Sanitario Regionale e definire le linee prioritarie per un possibile accordo di cooperazione allo sviluppo del Sistema sanitario albanese.

Francesco Ripa di Meana, accogliendo il Ministro, ha delineato il profilo dell’Azienda USL di Bologna, con particolare attenzione per l’illustrazione degli elementi organizzativi di maggior rilievo, lo sviluppo delle reti assistenziali metropolitane e l’integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali.

Giovanni Gordini ha presentato il sistema di emergenza–urgenza dell’Azienda USL di Bologna, con particolare attenzione per il Trauma Center dell’Ospedale Maggiore, la Stroke Unit, la Rete Cardiologica. Nato tra i primi in Italia, alla fine degli anni ’80, il Trauma Center del Maggiore è oggi il centro con la maggiore casistica a livello nazionale e il punto di riferimento per l’intera provincia. La sua attività si svolge attraverso l’integrazione tra diverse aree e specialità: Pronto Soccorso, Medicina d’Urgenza, Chirurgia d’urgenza e del trauma, Ortopedia-Traumatologia, Rianimazione-118, Neurochirurgia d’urgenza e del trauma, Radiologia, Chirurgie specialistiche toracica e vascolare, Servizio Trasfusionale, Anestesia, Terapia Intensiva. Grazie a questo modello organizzativo, e al coordinamento di 25 postazioni territoriali, il paziente traumatizzato viene immediatamente preso in carico dal Trauma Team, composto da un rianimatore, due infermieri specializzati e un medico di Pronto Soccorso, oltre agli specialisti di volta in volta necessari (ortopedico, traumatologo, chirurgo, neurochirurgo, radiologo). Dopo la stabilizzazione il paziente viene trasferito in reparto o in sala operatoria con tempi equiparabili a quelli dei migliori TC americani, 40 minuti circa.

A seguire è stata presentata la Stroke Unit, che registra una mortalità per ictus tra le più basse d’Italia, 14%, ed è in grado di assicurare elevati livelli clinico-assistenziali. Grazie ad uno specifico protocollo organizzativo, tutti i casi di ictus che accedono al Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore sono immediatamente gestiti dalla Stroke Unit. Oltre 1/3 delle persone con ictus ischemico o emorragico curate al Maggiore è guarita completamente, mentre il 40% ha proseguito con la riabilitazione a domicilio o in una struttura specializzata del territorio. Nella fase post ictus la Stroke Unit garantisce il completamento del percorso con i controlli periodici successivi. Nel 2009 la Stroke Unit dell’Ospedale Maggiore ha ricoverato 450 persone affette da ictus, l’85% dei quali con ischemia e il 15% con emorragia.

Illustrata, nel corso della presentazione, anche una parte della attività della Cardiologia dell’Ospedale Maggiore, che nel corso del 2009 ha effettuato 2.000 ricoveri in regime ordinario e 250 in day hospital, 1.900 coronarografie e 950 angioplastiche coronariche, 195 ablazioni, 290 impianti di pacemaker e 55 di defibrillatori, 78.000 prestazioni ambulatoriali. Più di 600, in particolare, le persone con infarto e sindromi coronariche acute ricoverate ogni anno presso l’Unità Coronarica del Maggiore, uno dei volumi di attività più alti in Italia. Il 70% dei pazienti con infarto, oggi, accede al Maggiore da tutta la Provincia attraverso il 118, un dato eccezionale se confrontato con la media nazionale (30%). La metà di questi salta il passaggio dalle strutture di Pronto Soccorso e arriva direttamente in Unità Coronarica e ciò rende ancora più tempestivo ed efficace l’intervento. Grazie alla disponibilità dell’angioplastica coronarica 24 ore su 24, la mortalità per infarto al Maggiore si è ridotta al 6%.

Nel corso dell’incontro il Ministro ha visitato la centrale operativa del 118, assistendo ad alcuni interventi degli operatori della centrale, la piattaforma sopraelevata per l’atterraggio delle eliambulanze, il Centro Regionale Sangue della Emilia-Romagna le cui attività sono state presentate da Paolo Zucchelli. Tra i più efficienti in Italia, il Centro raccoglie 59 unità di sangue ogni 1.000 abitanti e ne utilizza 56. Ciò significa che il sistema regionale, nel suo complesso, è in grado di mettere a disposizione delle altre regioni italiane una parte della raccolta. Nel 2009 sono stati 28.200 i donatori nella provincia di Bologna, quasi 2.700 dei quali nuovi, 50.830 le unità di sangue donate (una unità contiene quasi mezzo litro di sangue), 248.621 le unità di globuli rossi concentrati. In progressivo aumento (75.813 nel 2009 rispetto ai 71.000 Kg nel 2006) anche il plasma inviato all’industria farmaceutica, che lo restituisce alla Azienda sotto forma di albumina, immunoglobuline e fattori della coagulazione, per un valore economico quantificabile in diversi milioni di euro.