Il Consorzio Quarantacinque associa buona parte delle cooperative sociali aderenti a Legacoop Reggio Emilia, oltre a numerose altre cooperative sociali in diverse regioni italiane. Ad oggi aderiscono a Quarantacinque 52 cooperative di cui 47 sociali: 28 operano nel settore socio-assistenziale ed educativo (tipo A) e 19 svolgono attività di inserimento lavorativo (tipo B).

Oltre a molte cooperative reggiane, ce ne sono altre che operano in Lombardia, Piemonte, Sicilia, Calabria, Sardegna, Molise, Trentino-Alto Adige, Veneto, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Lazio e in altre province dell’Emilia-Romagna. Quarantacinque è oggi una tra le realtà più importanti della cooperazione sociale di riferimento Legacoop a livello nazionale.

I risultati nel 2009 del Consorzio, che verranno presentati all’assemblea dei soci del 27 maggio, sono stati anticipati oggi dal presidente Piero Giannattasio, dal direttore Fabrizio Montanari e dal responsabile delle cooperative sociali di Legacoop Reggio Emilia Mauro Degola. “L’anno trascorso – spiega il presidente Giannattasio – è stato difficile per tutti, e anche nel settore del welfare hanno cominciato ad evidenziarsi molti problemi, legati in particolare alle diminuite risorse delle amministrazioni pubbliche. Nonostante questo la cooperazione sociale, con molti sforzi, è riuscita a tenere, sia in termini di attività che di occupazione. I soci delle cooperative nel 2009 erano 9475. Il fatturato del consorzio è aumentato, passando da 15.334.585 a 16.738.290 euro. Aumentato anche il fatturato aggregato delle cooperative sociali associate: l’incremento si deve in particolare alle attività fuori regione. Anche l’occupazione delle cooperative ha visto un aumento, con 9943 addetti, oltre 1200 in più rispetto al 2008. Vorrei infine segnalare con soddisfazione – prosegue il presidente – che c’è stato un aumento di occupazione di persone svantaggiate (459 addetti) anche nelle cooperative che svolgono attività di inserimento lavorativo, Un altro dato è l’ingesso di nuove cooperative nel consorzio, tra cui una delle più importanti cooperative socio-assistenziali romagnole. Grazie all’ingresso di cooperative in qualità di soci sovventori, è anche aumentato il patrimonio.” Tra le attività più qualificanti di Quarantacinque nel 2009 si segnalano anche l’attività all’interno dei Nuclei Territoriali della Provincia legati all’inserimento lavorativo di persone disabili e svantaggiate, la gestione di una parte dei servizi nei Centri per l’impiego, e un progetto di collaborazione per lo sviluppo della cooperazione sociale nelle zone colpite dal terremoto in Abruzzo.

Il Consorzio Quarantacinque punta sempre più sulla qualità. “Abbiamo appena conseguito la Certificazione di Qualità UNI EN ISO 9001:2008 – spiega il direttore Fabrizio Montanari per la partecipazione ed acquisizione per conto delle cooperative sociali consorziate di gare pubbliche in ambito sanitario, assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo di persone svantaggiate, ed inoltre per la segnalazione e supporto tecnico a favore delle cooperative consorziate di tipo B nell’ambito delle procedure di affidamento diretto di servizi e forniture di beni da parte delle pubbliche amministrazioni. Per quest’ultimo aspetto. il Consorzio Quarantacinque è tra i primi in Italia ad avere ottenuto questa certificazione. Anche sulla formazione stiamo investendo: vogliamo promuovere una scuola di alta formazione per i dirigenti delle cooperative sociali”.

Mauro Degola ha affrontato il tema più generale del welfare. “Di fronte alla situazione attuale – per il responsabile di Legacoop – sarà necessario ristrutturare la spesa pubblica nell’assistenza, puntando sempre più ad un welfare di comunità, dove a fronte delle minori risorse pubbliche potranno scendere in campo più risorse private, più soggetti come le famiglie, il mondo dell’associazionismo e della cooperazione sociale, investendo su più innovazione”.

E’ quindi indispensabile sviluppare, specialmente da parte delle amministrazioni pubbliche, ma anche da parte delle forze politiche, economiche e sociali, azioni e scelte in grado di valorizzare il ruolo, la competenza, la professionalità, e diciamo pure la fantasia, delle cooperative sociali, dei suoi soci, lavoratori e volontari.

“Troppo spesso – aggiunge il presidente Giannattasio – le cooperative sociali, e penso a quelle di inserimento lavorativo, sono viste esclusivamente come l’ultima e definitiva destinazione per coloro che non riescono a collocarsi nel mondo del lavoro cosiddetto normale. Mentre le cooperative sociali di tipo B hanno saputo dimostrare con i fatti d’essere efficaci strumenti di politica attiva del lavoro e di riuscire, spesso, laddove altri hanno fallito”.

Infine non è mancato un approfondimento sulle strategie future della cooperazione sociale. “Oggi la presenza qualificata nel welfare – è la riflessione di Fabrizio Montanari – richiede sempre più soggetti con maggiore capacità di innovazione, più forza per superare momenti di difficoltà produttiva, e con risorse sufficienti per garantire stabilità occupazionale e sopportare i ritardi di pagamento dei servizi erogati. La razionalizzazione del mondo della cooperazione sociale e una più rispondente definizione della loro natura e della loro missione, sono obiettivi necessari anche per rafforzare il rapporto con il mondo del volontariato e per offrire strumenti idonei al soddisfacimento dei bisogni della popolazione, specie di quelle fasce più in difficoltà”.