Proteste spontanee con fermate simboliche e assemblee si stanno svolgendo in queste ore in molti enti pubblici da parte dei dipendenti che protestano contro la manovra di tagli da 25 miliardi di euro che il governo sta approntando, illustrata ieri alle parti sociali. Lo comunica in una nota FP/Cgil Modena.

Fermate di 10-15 minuti si sono effettuate in svariate sedi del Comune di Modena (biblioteca Delfini, Musei civici, uffici di via Galaverna), agli uffici amministrativi dell’Ausl in via San Giovanni del Cantone, agli uffici amministrativi del Policlinico, nei Comuni di Savignano, Castelnuovo, Formigine, Nonantola, Spilamberto, Bastiglia, Castelfranco.

Alcuni sindaci hanno anche raggiunto i lavoratori che protestavano e hanno espresso preoccupazione, a fronte di tali misure, per la tenuta dei servizi erogati dalle amministrazioni locali. In queste ore in molti altri luoghi di lavoro si stanno verificando analoghe fermate, che peraltro non mettono a repentaglio la continuità del servizio.

I dipendenti pubblici modenesi protestano in particolare contro misure che “svuotano le tasche di una parte degli italiani, e non saranno quelli con maggiori possibilità economiche”. I lavoratori del pubblico impiego si sentono fortemente penalizzati e ritengono inaccettabile la scelta del congelamento degli stipendi per 4 anni (2010-11-12-13), l’ulteriore strettasul turn over, la rateizzazione fino a 3 anni della loro liquidazione (Tfr/Tfs), l’aumento dell’età pensionabile a 65 anni per le donne non più al 2018, ma già nel 2016. Ricordiamo che lo stipendio medio di un dipendente comunale non supera i 1.250 euro/mese. A ciò si aggiungono altri provvedimenti come lo slittamento per tutti i lavoratori delle finestre per l’uscita in pensione.

Ma a preoccupare ancora di più – denuncia FP/Cgil Modena – sono i pesantissimi tagli a Regioni ed Enti locali che avranno inevitabili ricadute su tutti i cittadini, in particolare su quelli più deboli, a causa dell’inevitabile ridimensionamento e in alcuni casi anche della chiusura di servizi che i cittadini dovranno pagarsi poi di tasca propria. Basti pensare che il 75% del bilancio della Regione è dedicato a servizi sanitari e sociali.

Una manovra fortemente iniqua – continua FP/Cgil Modena -, che colpisce ancora una volta lavoratori dipendenti e pensionati, e non interviene sui grandi patrimoni (alcontrario degli altri paesi europei), non effettua un’armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie e non tocca le grandi speculazioni peraltro già favorite dallo scudo fiscale.

“Il sindacato della Funzione Pubblica FP/Cgil e la Cgil di Modena – spiegano il segretario di categoria Marco Bonaccini e il segretario della Cgil Donato Pivanti – condividono e sostengono le proteste dei lavoratori pubblici contro una manovra che avrà pesanti ricadute per tutti”.

“Per la Cgil – proseguono i dirigenti sindacali – non è in discussione la necessità di risanamento dei conti pubblici, ma è inaccettabile che ancora una volta i principali destinatari dei sacrifici siano lavoratori epensionati. Si tratta di una manovra depressiva che non pone le basi peruna ripresa del Paese, ma aumenta ulteriormente le disuguaglianze sociali, già pesantemente ampliate dalla crisi economica”.

“Pensiamo che il servizio pubblico non sia solo un costo, ma un valore non solo per i lavoratori di questi servizi, ma per la collettività, uno strumento di crescita e va difeso da tutti come un bene comune”.

foto: protesta dipendenti Comune Castelnuovo Rangone