Sono state inaugurate oggi alle 17 le sale di rappresentanza di Villa Boschetti dopo i lavori di restauro che hanno riportato i dipinti e la facciata del lato parco all’originario aspetto di fine Settecento.

«Oggi è una giornata molto importante per il Comune di San Cesario perché si aprono al pubblico le sale più pregiate di Villa Boschetti: la sala delle tende militari e i locali ad essa attigui – ha dichiarato il sindaco Valerio Zanni aprendo la cerimonia di inaugurazione – questi spazi si inseriscono nel contesto della villa dove già sorgono la biblioteca comunale, la sala consiliare, una sala per mostre e convegni e il parco. Queste stanze si trovavano in un forte stato di degrado e rischiavamo di perderle se non ci fosse stato l’intervento di restauro. Si tratta del recupero di un patrimonio storico fondamentale per la nostra comunità – ha sottolineato il primo cittadino – Villa Boschetti è il simbolo di San Cesario. Per me e per l’Amministrazione comunale è un onore oggi consegnare questi spazi a tutta la cittadinanza. Un ringraziamento particolare va alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena che con il contributo di un milione e 100mila euro ha reso possibile questo risultato».

«Villa Boschetti è un edificio eccezionale, ricco di storia e di arte, che pochi altri paesi nei dintorni possono vantare – ha precisato la presidente del gruppo di storia locale Angela Iones Stanzani – introducendo la relazione storica sulla villa. L’edificio divenne dimora fissa dei Boschetti a partire dal 1788. La famiglia Boschetti possedeva varie dimore, anche a Modena, ma Villa Boschetti fu l’ultima a essere venduta».

«Questa inaugurazione rappresenta un ulteriore tassello nel lavoro di recupero del patrimonio storico della provincia di Modena – ha detto il presi-dente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Andrea Landi – edifici come villa Boschetti rappresentano la storia delle comunità che non deve andare perduta, inoltre possono rappresentare importanti centri di aggregazione socio-culturale, creando un modo migliore di vivere le nostre città».

«Anche per il gruppo di lavoro oggi è una giornata importante, perché vediamo il frutto di un impegno durato quattro anni – ha ammesso l’architetto responsabile dei lavori Elisabetta Ansaloni Zivieri – un lavoro che è partito con l’osservazione dell’oggetto del restauro per poi iniziare la fase di progettazione e definire nei dettagli gli interventi da compiere, dato che il lavoro di restauro viene sempre eseguito su materiali molto delicati. Dopo la chiusura dei cantieri l’opera viene consegnata, ed è sempre il momento più emozionante, perché oggi possiamo dire di aver riportato le sale interne e la parete esterna che si affaccia sul parco all’originario aspetto di quando la villa fu costruita nel Diciottesimo secolo».

«Le stanze decorate a tenda erano una moda dei nobili dell’epoca – ha spiegato nella sua relazione artistica sui dipinti la dottoressa Elisa Montecchi della Fondazione Federico Zeri di Bologna – non conosciamo i nomi dei pit-tori che hanno decorato le stanze di Villa Boschetti, ma di certo avevano una buona conoscenza delle tecniche e dei gusti dell’epoca. Il tema della tenda avrà fortuna per tutto il Diciannovesimo secolo. La stanza dello studio del conte Claudio ha il soffitto decorato a cassettoni che ricorda da vicino quello dipinto nel 1797 da Vincenzo Martinelli nel palazzo Pubblico a Bologna. Nelle pareti classici temi neoclassici: tripodi e colonne ioniche».

Le sale oggetto dei restauri

Cafè House

Il Cafè House è una delle parti più nobili dell’antica residenza dei conti Boschetti, denominata non a caso “Fabbricato delle delizie”. Si tratta di un salottino affrescato di forma ellittica, posto al piano terra del complesso residenziale settecentesco che si affaccia sul grande giardino interno, dove i conti erano soliti riposare sorseggiando il tè durante le soleggiate giornate estive. Il vano centrale della cafè house presenta sulle pareti e sul soffitto decorazioni affrescate risalenti al XVIII secolo con motivi allegorici e mitologici.

Gli spazi recuperati saranno a disposizione del pubblico e ospiteranno attività culturali come caffè letterari, presentazioni di libri, mostre e altri eventi legati alla letteratura e alle arti.

Sale di rappresentanza al piano primo

Le sale di rappresentanza sono quelle di maggior valore architettonico del fabbricato, sono poste al piano nobile nello spigolo nord-est e si affacciano su Corso Libertà. Il salone d’onore, detto anche sala delle tende militari, di gusto eclettico presenta finti tendaggi e paesaggi. La decorazione dello studio del Conte Claudio, di gusto tardo neoclassico, è scandita da una finta architettura con pannellature e sfondati ed il soffitto a volta si apre su di un cielo con uccelli.

Questi spazi saranno destinati ad ospitare attività culturali e di aggregazione correlate con l’attività principale della biblioteca comunale esistente e con i programmi culturali dell’Amministrazione comunale. Nello specifico il salone d’onore verrà utilizzato per convegni e incontri organizzati dal Comune e da associazioni di categoria, dal mondo imprenditoriale e produttivo locale, con la finalità sia di creare occasioni di confronto tra operatori locali sia di pro-mozione dei prodotti di maggior qualità, soprattutto nel settore vinicolo e dell’alimentazione.

Il percorso di recupero dell’edificio

All’inizio degli anni ’80 il Comune di San Cesario ha acquistato l’edificio settecentesco già residenza della famiglia Boschetti e il suo parco. Nel corso del tempo ha speso oltre 600mila euro per interventi di recupero che hanno permesso di ricavare spazi quali: la sala consiliare, la biblioteca e il centro di educazione e documentazione ambientale, oltre a sale per ospitare mostre e conferenze. Due anni fa la villa è stata dotata di un ascensore e cablata con fibra ottica.

Il cantiere della cafè house (oltre alla conservazione dei dipinti, sono stati rifatti i solai e il tetto e recuperati tutti gli infissi esterni e interni), si inserisce nel più ampio progetto di restauro dell’intera villa di proprietà del Comune, l’edificio storico più importante di San Cesario. Dall’inizio degli anni Ottanta del Novecento, il Comune ha speso oltre 400mila euro per interventi di ammodernamento che hanno permesso di ricavare spazi quali: la sala consiliare, la biblioteca e il centro di educazione e documentazione ambientale, oltre a sale per ospitare mostre e conferenze. Recentemente la villa è stata dotata di un ascensore e cablata con fibra ottica.

Il restauro di villa Boschetti si inserisce nel più ampio piano di riqualificazione del centro storico in corso in questi anni. Oltre alla caffè house, i lavori appena terminati hanno avuto per oggetto il paramento esterno che si affaccia sul parco per la conservazione delle residue decorazioni originali, la sala delle serre dove è stato ricavato uno spazio estremamente importante che potrà essere utilizzato a supporto delle varie iniziative culturali e ricreative che si svolgeranno nella villa.

Il costo complessivo dell’intervento è di 1 milione e 100mila euro, finanziati dalla Cassa di Risparmio di Modena alla quale va il ringraziamento dell’Amministrazione comunale. Il progetto completo di ripristino della Villa ha un costo di circa 5 milioni, che si spera possano arrivare da enti privati o da finanziamenti pubblici.

«La concessione e l’utilizzo di questi fondi – afferma il sindaco Valerio Zanni – oltre a mettere a disposizione della comunità di San Cesario importanti luoghi dove svolgere attività culturali, ha permesso di recuperare definitiva-mente parti artistiche uniche che si stavano perdendo. Credo che questo ultimo aspetto fosse anche un dovere morale e per questo ritengo che il finanziamento concesso sia stato ancora più opportuno e il risultato ottenuto è per tutti noi motivo d’orgoglio».

Cenni storici: San Cesario e la famiglia Boschetti

Le cartografie storiche giunte sino a noi ci danno generalmente un’immagine di San Cesario come paese fortificato, isolato e circondato da una perfetta cerchia di torri e mura, localizzato in un territorio caratterizzato da rilevanti violenze, a causa della sua posizione di confine tra i possedimenti papali del bolognese e quelli estensi del modenese. Esso rappresentava una sorta di avamposto con accesso mediante una strada che lungo il canal Zena (oggi Torbido), giungeva alla via Emilia, in prossimità del Castrum Leonis, nelle vicinanze dell’attuale Castelfranco Emilia.

Dalla documentazione storica e in particolare dalle memorie di Anton Ferrante Boschetti risulta che intorno al 1190 viene edificata la cerchia muraria, ulteriormente difesa da un largo fossato esterno, e che all’interno di essa si trova posto per la erezione di diversi edifici e della cappella dedicata a S. Cesario, ospitando la popolazione locale in difesa del papato, che a quel tempo estendeva i suoi domini mediante la unione di Nonantola con Bologna (1131).

A partire dal 1368 la famiglia Boschetti prende possesso della località, a quel tempo sotto il controllo dei Benedettini di San Pietro, ai quali venne donata nel 945. Da questo periodo inizia una significativa attività edilizia all’interno del borgo e una diffusa coltivazione dei terreni adiacenti, sino a quel momento indicati nella cartografia come “selva”, per attestarne il prevalente carattere selvaggio e disabitato. Dall’inizio del 1700 i confini del comune coincidono più o meno con quelli di oggi.

Gli edifici originariamente abitati dai Boschetti sono l’attuale palazzo e la parte nel vicolo, denominata Cafè House, entrambi probabilmente edificati in queste forme tra la fine del 1700 e la prima metà dell’800. Il palazzo divenne dimora stabile dei conti a partire dal 1788 con il matrimonio di Claudio Boschetti. Dal 1800 a oggi non esistono documentazioni di rilievo particolarmente accurate dell’attuale Palazzo Boschetti, ad eccezione di alcune piante quotate risalenti al 1911, di proprietà del Comune. Da esse si evince che dall’inizio del ‘900 la struttura edilizia non era molto diversa da quella odierna. E’ possibile affermare, quindi, che i fabbricati che compongono l’attuale palazzo Boschetti non hanno subito trasformazioni rilevanti dal punto di vista edilizio negli ultimi secoli.