La manovra economica del Governo taglierà al Comune di Modena circa 19 milioni di euro nei prossimi due anni. Lo hanno calcolato i tecnici dell’Amministrazione sulla base del decreto legge numero 78 del 2010.

La situazione è stata illustrata oggi pomeriggio in Municipio a sindacati e organizzazioni economiche dal sindaco di Modena Giorgio Pighi, dal vice sindaco e assessore al Bilancio Alvaro Colombo e dagli assessori alle Politiche sociali Francesca Maletti, all’Istruzione Adriana Querzè e al personale Marcella Nordi.

“Anche rispetto allo scenario dei prossimi anni, non possono che aumentare le preoccupazioni del Comune di Modena circa l’estrema difficoltà nella gestione dei servizi secondo gli attuali parametri di quantità e qualità. La situazione è gravissima anche sul fronte degli investimenti, sia per i vincoli determinati dalle regole del patto di stabilità che per la scarsità di risorse proprie ottenibili a causa della crisi del mercato immobiliare e finanziario”, spiega il sindaco Pighi. “Avevamo accolto l’annuncio della manovra sostenendo che avremmo resistito fino all’ultimo; era ciò che ci apprestavamo a fare sul 2010 con un intervento di rientro di oltre 4 milioni di euro reso necessario dai tagli e dai mancati trasferimenti. Ma valutata l’entità della manovra del Governo – precisa il sindaco – risulta evidente che saranno inevitabili tagli anche pesanti”.

Spese e servizi subiranno forti riduzioni – si valuta in Municipio – poiché si prospetta per gli enti locali soggetti al patto di stabilità, cioè Province e Comuni con almeno 5 mila abitanti, una riduzione netta dei trasferimenti ordinari dallo Stato.

Il complesso delle misure segnala per il 2011 e 2012 un calo di trasferimenti dallo Stato, pari a circa il 10% nel 2011 e superiore al 15% nel 2012. In assenza del decreto di ripartizione dei tagli previsto dalla manovra e ipotizzando un taglio proporzionale alla popolazione residente, pari a 30 euro per abitante nel 2011 e 50 euro per abitante nel 2012, la riduzione per Modena sarà di 5,5 milioni nel 2011 e 9,2 milioni nel 2012.

Se si considera inoltre che nel 2011 il Fondo nazionale politiche sociali si riduce da 500 milioni a 300 e che il Fondo nazionale per la non autosufficienza non è finanziato (-400 milioni), ciò determinerà ulteriori minori trasferimenti per 2 milioni circa in entrambi gli anni. Complessivamente, il taglio sarebbe di almeno 7,5 il prossimo anno e 11,2 milioni nel 2012. Considerato che la spesa corrente 2010 è di 216 milioni, si tratterebbe di un taglio rispettivamente del 3,5% e del 5,2%, senza considerare altri effetti della crisi sulla riduzione di entrate comunali o di prevedibile richiesta di aumento della spesa.

“La manovra prevede la possibilità di sostituire solo nella misura del 20% il personale che va in pensione e ciò crea particolari criticità nei servizi a domanda individuale a gestione diretta, per esempio nidi, scuole dell’infanzia, assistenza domiciliare o residenziale”, spiega il vicesindaco Alvaro Colombo. “Inoltre, la stessa entità del taglio nei trasferimenti governativi, non compensabile con operazioni di razionalizzazione o riconversione della spesa corrente, non potrà che determinare contrazione qualitative e quantitative nell’erogazione di servizi e di grande impatto sulla comunità locale. Colpire il sistema delle Autonomie – conclude Colombo – significa far arretrare le condizioni reali dei cittadini e aggravare le conseguenze, già pesanti, indotte dalla crisi sulla vita della collettività, a dispetto di tutte le demagogiche affermazioni del Governo in tema di federalismo”.