Il Consiglio comunale di Carpi di giovedì 3 giugno ha affrontato il tema Cittadinanza/integrazione discutendo due ordini del giorno, il primo dei quali presentato da Claudio Cavazzuti (Pd) e firmato dai consiglieri Daniela Depietri (Pd), Andrea Bizzarri (IdV), Lorenzo Paluan (Lista civica Carpi a 5 stelle-Prc), Giliola Pivetti (ApC): questo documento esprimeva non solo il proprio sostegno alla proposta di legge Sarubbi-Granata presentata alla Commissione parlamentare ma impegnava anche la Giunta a promuovere l’integrazione e l’inclusione delle persone extracomunitarie, “in particolare nei riguardi dei nuclei familiari di immigrati presenti nel nostro territorio da oltre 5 anni che si sentono nel loro animo cittadini italiani”. La mozione presentata da Cristian Rostovi (PdL) e fatta propria poi da tutto il gruppo del Popolo delle Libertà invece, sostenendo la proposta di legge Bertolini attualmente in discussione in Parlamento, spiegava di ritenere necessario “muoversi con prudenza nella concessione della cittadinanza, il che deve avvenire solo alla fine di un lungo e articolato processo di integrazione e completa accettazione dei principi democratici costituzionali e delle leggi dello Stato. Occorre mantenere il principio base dello ius sanguinis e un periodo minimo di 8 anni di permanenza sul suolo italiano per dare diritto alla partecipazione al corso che, se superato, darà diritto alla cittadinanza”.

Nell’aula del civico consesso ha preso poi avvio il dibattito, nel corso del quale sono intervenuti diversi rappresentanti dei cittadini. Chi per ribadire l’importanza di un’integrazione che parta dal mondo del lavoro (Paluan), chi per converso per spiegare come siamo tutti discriminati, ad esempio noi italiani quando andiamo all’estero (Giorgio Verrini, Apc); chi per ribadire il ruolo di sport e scuola per l’integrazione dei cittadini stranieri regolari (Gianni Bassoli, Pd), chi ancora per stigmatizzare la scelta di discutere di questi temi “visto che si fa demagogia, si perde tempo” (Argio Alboresi, Lega nord Padania). E se il consigliere Roberto Arletti (Pd) ha preso spunto da una lettera aperta sull’immigrazione indirizzata ai capi scout per sostenere il documento presentato dal collega Cavazzuti Luca Lamma (PdL) ha invece sottolineato dal canto suo le proposte contenute nell’ordine del giorno del suo gruppo, richiamando il fatto che 8 anni piuttosto che 5 siano un orizzonte temporale più adeguato alla concessione della cittadinanza agli stranieri. Il Presidente del Consiglio Giovanni Taurasi ha spiegato come l’integrazione sia in corso e vada accelerata, e che l’identità della comunità locale e nazionale è un valore in sé che garantisce la coesione sociale. “Chi nasce in Italia – ha concluso – secondo me deve essere un cittadino di questo paese”. Cristian Rostovi prendendo la parola ha esordito ricordando come nella propria unità scout ci siano tre bambini musulmani. “13 anni per ottenere la cittadinanza come in media avviene ora è troppo, la legge Bertolini propone al 10° anno l’ottenimento. Ci vuole una consapevole presa di posizione, un percorso articolato per arrivare a ciò; non sono d’accordo con chi dice diamola a chi lavora qui oppure a chi nasce qui”. A differenza di Rostovi la collega Depietri, che ha anche consegnato un dossier sul tema ai capigruppo consiliari, si è detta certa che i ragazzi nati in Italia debbano poter avere la cittadinanza del nostro paese e ha polemicamente ricordato però che se si tagliano gli insegnanti di italiano nei Centri territoriali allora l’integrazione diviene più difficile. “La cittadinanza deve essere un percorso non ad ostacoli, si deve passare dal concetto di ius sanguinis a quello di ius soli”.

Il dibattito è stato infine chiuso dall’intervento dell’assessore alle Politiche sociali Alberto Bellelli, che ha richiamato il Piano di Zona recentemente portato all’esame del Consiglio comunale come portatore di istanze di integrazione e di politiche a favore della costruzione di una cittadinanza. “Credo in un ruolo strategico della scuola e cito sempre al riguardo il bigliardino dello Spazio Mac’è! come viatico per l’integrazione dei ragazzi stranieri”.

Al termine della discussione l’ordine del giorno presentato da Cavazzuti è stato votato da Pd, Carpi a 5 stelle-Prc, ApC, con il no di Lega nord Padania e PdL e l’astensione di Luca Lamma. La mozione presentata da Rostovi invece ha ottenuto i voti del PdL, l’astensione di ApC e il no di Pd, Carpi a 5 stelle-Prc e Lega nord Padania.

Nota stampa del gruppo consiliare Lega nord Padania resa pubblica dopo la votazione

Per la Lega Nord parlare e votare in Consiglio Comunale se dare la cittadinanza italiana a stranieri che non la chiedono o a giovani minorenni nati sul nostro territorio, che allorché maggiorenni la possono richiedere con le leggi attuali, ci pare pura demagogia.

E VOTA NO MENTRE I COLLEGHI FANNO FILOSOFIA E CI LEGGONO LE STORIE DELLO SCAUTISMO

Siamo invasi da merci cinesi prodotte con sistemi e metodi a noi vietati da anni e costruite con materiali tante volte nocivi. Le forze dell’Ordine scoprono capannoni dove si lavora e si vive segregati, cinesi che schiavizzano cinesi. Intanto gli islamici continuano a vestirsi come parlano e aspettano soltanto di aumentare di numero per dettare le loro regole religiose, a tal fine hanno già creato un loro partito.

Come mai il PDL non ha proposto la propria Mozione discussa in Consiglio giovedì 03 05 10,durante la campagna elettorale onde farla valutare dal proprio elettorato? Perché Aimi e Leoni sono venuti a Carpi proponendo slogan Leghisti?

Che il PD sia genuflesso e ossequioso davanti allo straniero, che viene nel nostro territorio, ritenendolo giustamente il ventre molle dell’Europa ormai è risaputo, ma che anche il PDL assecondi in parte tale politica, per pura strategia interna, non fa certamente parte del programma elettorale condiviso.

La cittadinanza italiana è il fine dell’integrazione, non il mezzo col quale raggiungerla.

(Segreteria Lega Nord Padania)