“Allarme ungulati nel nostro Appennino: negli ultimi anni vi è stata una vera e propria esplosione demografica di cinghiali, caprioli e cervi. Nel loro continuo migrare, invadono e danneggiano le coltivazioni arboree e cerealicole. Una situazione intollerabile per un sistema agricolo e ambientale già problematico: gli ungulati producono alterazioni all’ecosistema, sono veicolatori di parassiti e causano il deperimento del cotico erboso.” Ad affermarlo è Fabio Filippi, Consigliere regionale del Popolo della Libertà.

L’eccessiva presenza di ungulati sarebbe in parte dovuta a reintroduzioni nell’Appennino reggiano di specie autoctone: il capriolo si è diffuso rapidamente, anche il numero di cinghiali e cervi è in continuo aumento. L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) vieta il rilascio di animali selvatici allevati in cattività.

“Divieto, a quanto pare, non rispettato.” Aggiunge Filippi.

“Una situazione difficile – conclude il Consigliere – chi vive in luoghi isolati è costretto ad armarsi per evitare gli ‘assalti’ degli ungulati. La Regione Emilia-Romagna ha il dovere di intervenire per ridurre il fenomeno, eliminando le zone di foraggiamento e sopprimendo una parte dei capi. E’ necessario proteggere e tutelare l’agricoltura di montagna. Inoltre, gli indennizzi per i danni causati da ungulati sono attualmente insufficienti e inadeguati, ho chiesto alla Giunta regionale di interpellare le amministrazioni provinciali al fine di rivedere queste quote”.

Filippi ha presentato un’interpellanza alla Giunta chiedendo se siano statati immessi, nel territorio appenninico, animali ungulati allevati in cattività, in che quantità e per decisione di quale ente o istituto.