L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che dal 2000 al 2004, il 20% dei casi di tubercolosi erano resistenti ai trattamenti standard, mentre il 2% era resistente anche a farmaci di seconda linea.

Per questo nell’ambito della Scuola di Dottorato in Scienze e Tecnologie dei prodotti per la salute dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che sta attivamente partecipando allo studio di nuovi trattamenti per la TB, martedì 22 giugno la dott.ssa Daniela Jabes della NeED Pharmaceuticals di Milano terrà un seminario su “Tubercolosi: fatti, presente, futuro” che si svolgerà alle ore 15,00 nell’Aula B del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche (via Campi, 183) a Modena.

“L’obiettivo delle ricerche in corso – spiega la prof. ssa Maria Paola Costi dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – è lo sviluppo, la sperimentazione e la commercializzazione di nuovi farmaci, preferibilmente dotati di nuovo meccanismo d’azione, che consentano di sviluppare nuove terapie per la TB mirate a semplificare o ridurre la durata del trattamento a 2 mesi o meno, efficaci verso MDR-TB, ovvero verso la resistenza a due dei farmaci di prima linea più efficaci come rifampicina e isoniazide e che consentano il trattamento simultaneo di TB e HIV/AIDS e di pazienti con TB latente. Attualmente il portafoglio di nuovi prodotti e’ in fase di espansione, pur non essendo ancora sufficiente a garantire il successo dell’iniziativa. Nel 2007 c’erano 5 nuovi farmaci candidati in fase di sperimentazione clinica, 12 sperimentazioni cliniche relative a nuovi approcci terapeutici e 8 farmaci candidati in sperimentazione preclinici”.

Circa un terzo della popolazione mondiale è infetto da M. tuberculosis e nuove infezioni si riscontrano al ritmo di una al secondo. Nel 2007 circa 13.7 milioni di persone erano affette da TB attiva, con 9.3 milioni di nuovi casi e 1.8 milioni di morti, la maggioranza dei quali in Paesi in via di sviluppo. La TB rappresenta la causa principale di morte nelle donne in età fertile e in soggetti affetti da HIV/AIDS.

Il trattamento standard della TB si basa attualmente sulla somministrazione per 6-9 mesi di quattro farmaci (rifampicina, etambutolo, isoniazide and pirazinamide), ciascuno dei quali comporta problemi collaterali.

Mentre il trattamento standard risulta efficace quando si applica il protocollo DOTS (Directly Observed Treatment Short-course), la combinazione dei farmaci attualmente a disposizione non è in grado di ridurre i livelli complessivi di morbidità e mortalità.

La non aderenza al protocollo terapeutico, poi, ha stimolato l’emergenza di ceppi multi-resistenti (MDR-TB e XDR-TB) e l’interazione simbiotica tra TB e HIV/AIDS associata all’incompatibilità tra i corrispondenti trattamenti sta impattando negativamente sull’incidenza di entrambe le patologie.

A livello internazionale sono stati istituiti gruppi di lavoro, cui partecipano anche ricercatori dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, proprio allo scopo di individuare nuovi trattamenti per la TB, implementati da “Stop TB Partnership” e dalla “Global Alliance for TB Drug Development” (TB Alliance) che coordinano gli sforzi internazionali di ricerca e sviluppo in questo campo.