Un gruppo di studenti del corso di laurea in Infermieristica Reggio Emilia dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha partecipato nelle settimane nell’ambito del programma “Erasmus/Apprendimento Permanente”, istituito da Parlamento e Consiglio Europeo, ad un progetto intensivo di infermieristica interculturale che li ha condotti per due settimane a Vlissingen in Olanda.

“Nello specifico, se Erasmus mira alla realizzazione di uno stato europeo di istruzione superiore, in una logica di continua innovazione, per far fronte alle sfide della globalizzazione, i programmi intensivi – afferma il Presidente del corso di laurea prof. Anto De Pol – rappresentano la possibilità di implementare progetti di eccellenza a livello europeo, come quello da noi realizzato”.

Al programma, affidato al coordinamento della dott. ssa Daniela Mecugni con la stretta collaborazione della dott. ssa Cinzia Gradellini, che ha ricevuto un finanziamento pari a 42.700 euro, hanno partecipato, insieme all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, l’Artesis School di Anversa, l’Hogeschool Zeeland di Vlissingen (Olanda) e le Università di Turku e Seinajoki (Finlandia).

Il progetto dal titolo “Creare competenze di care per gli immigrati” (Creating Care Competence for Immigrants) ha avuto l’obiettivo principale di far lavorare insieme studenti infermieri dei diversi Paesi sul tema delle differenze culturali, calate nello specifico contesto dell’assistenza infermieristica. Sono stati coinvolti complessivamente venticinque studenti e dieci docenti delle università partner.

Durante il soggiorno, studenti e docenti hanno lavorato insieme in attività d’aula, in particolare sui concetti che stanno alla base delle differenze culturali: il pregiudizio, l’influenza dei mass-media, il concetto di identità, ma anche su dati socio-epidemiologici relativi al fenomeno migratorio nei diversi Paesi. A questa parte introduttiva sono seguiti lavori di gruppo svolti sul campo (raccolta dati ed elaborazione degli stessi), laboratori informatici, visite didattiche.

“L’elemento principalmente formativo, – chiarisce la dott. ssa Daniela Mecugni – è comunque risultato il confronto con le diversità, il riuscire a lavorare insieme nonostante tali diversità e utilizzando le diversità stesse come risorsa”.

Alla fine è stato prodotto dagli stessi studenti un elaborato su quanto emerso dall’intero percorso, che ha consentito di definire una priorità di competenze, sulle quali si continuerà a lavorare, che prevedono conoscenze, abilità e attitudini, prima fra tutte il rispetto verso l’altro.