“Combattere le forme di abusivismo che danneggiano sia gli operatori rispettosi delle regole che i consumatori, per la difesa della legalità nel commercio”. È l’obiettivo per il quale Confesercenti Pavullo e la Guardia di Finanza hanno deciso di unire le forze consapevoli che, a maggior ragione in questo delicato contesto di prolungata crisi, la trasparenza e regolarità delle attività commerciali rappresentano un valore aggiunto per le attività economiche, che deve essere tutelato anche nell’interesse dei cittadini.

“Siamo pronti a fare anche noi la nostra parte per contrastare le diverse e a volte sottili forme di abusivismo commerciale e concorrenza sleale –dichiara Paolo Lutti, presidente di Confesecenti Pavullo- L’Associazione può fare molto grazie alla sua struttura e alla sinergia tra gli associati, operando come soggetto attivo e attento, ma è importante potersi avvalere del sostegno concreto e capace dei funzionari della Guardia di Finanza. Quello dell’abusivismo è purtroppo un fenomeno più ampio di quanto si possa pensare, non si tratta solo della mancata emissione degli scontrini ma si presenta invece in modi sempre più diversi e complessi.”

L’abusivismo commerciale presenta infatti sfaccettature diverse che richiedono un approccio non standardizzato, non essendo inquadrabili nelle normative esistenti. È il caso di coloro che pur non avendo alcun requisito professionale esercitano una attività, sia essa di natura commerciale che artigianale, producendo reddito che evade completamente i fisco: lavoratori dipendenti che si dedicano in nero a fare gli elettricisti, gli idraulici, le parrucchiere a domicilio. Un’anomalia è rappresentata anche da circoli ricreativi e culturali che organizzano cene, spettacoli e intrattenimenti nei quali il tutto si svolge senza alcun riscontro di natura fiscale. La giustificazione è la medesima, questo genere di attività è finalizzato all’autofinanziamento e quindi assume una valenza sociale, ma non essendo rivolto esclusivamente ai soci assume i tratti di vere iniziative commerciali.

A queste attività prive di regolamentazione se ne aggiungono altre che, essendo soggette a regimi fiscali favorevoli, spesso assumono i connotati di vere e proprie attività commerciali e di ristorazione pur non soggiacendo agli stessi obblighi che quest’ultimi sono tenuti a rispettare. E’ il caso ad esempio degli agriturismi e dei produttori agricoli, che si propongono con sempre maggior frequenza nei “mercati contadini”: pur condividendo lo spirito di queste iniziative, che hanno come scopo quello di promuovere i prodotti agricoli locali e di qualità, Confesercenti non manca di segnalare come la mancanza di un sistema di regole e requisiti chiari per questi mercati avvalli di fatto una forma di concorrenza sleale che colpisce i commercianti del settore e, aspetto ancora più spiacevole, può trarre in inganno i consumatori.

Prendendo spunto da queste e altre riflessioni Confesercenti Pavullo ha messo alcune proposte e spunti da sottoporre all’amministrazione comunale, seguendo la medesima linea intrapresa dalle altre sedi territoriali dell’associazione, tra cui la costituzione di un nucleo speciale della Polizia Municipale adibito alla lotta all’abusivismo commerciale strettamente collegamento con le sedi distaccate della Guardia di Finanza, il blocco delle autorizzazioni per la costituzione dei mercati contadini, l’individuazione delle aree nel territorio comunale e la loro regolamentazione al di fuori delle quali è vietato l’esercizio di ogni forma di commercio su area pubblica, il controllo periodico sulla regolarità delle attività di circoli, polisportive, al fine di prevenire l’insorgere di attività commerciali e di somministrazione variamente mascherate che siano rivolte in modo indiscriminato a tutti i consumatori, e la non istituzione fino a regolamentazione regionale dei mercatini degli hobbysti e scambisti.

Confesercenti ritiene che nonostante la crisi in atto la piccola e media impresa continua ad essere l’ossatura economica fondamentale del territorio, e chi opera al suo interno per il benessere di tutto deve essere messo nelle condizioni di poter lavorare entro i confini delineati dalle regole che sono stabilite nell’interresse di imprenditori e consumatori. Le forme di commercio poco chiare e trasparenti che sempre più si sviluppano sul territorio, più facilmente sopportate in face di crescita dell’economia, ora con il perdurare della crisi diventano fenomeni di concorrenza sleale difficilmente sostenibili dal tessuto economico e per questo inaccettabili.