Rischio aggressioni nelle carceri dell’Emilia Romagna, dove si registrano tensioni causa il sovraffolalmento e la carenza di personale di polizia penitenziaria. Secondo quanto riferisce il Sappe (Sindacato di polizia penitenziaria) ieri sera, verso le 22.30, un detenuto extracomunitario, dopo essere stato trasferito dal carcere di Parma all’ospedale della stessa citta’, ha aggredito uno degli agenti ed ha tentato di evadere. Il detenuto, in carcere da pochi giorni per reati legati alla droga, e’ stato immediatamente rincorso e bloccato, prima che si allontanasse definitivamente dall’ospedale.

Sempre ieri, nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, un internato ha aggredito prima il medico, sbattendolo contro le inferriate, e poi i due agenti di polizia penitenziaria intervenuti, i quali sono stati feriti entrambi; uno di loro e’ stato giudicato guaribile in cinque giorni e l’altro in dieci. A quest’ultimo e’ stato anche applicato un tutore al braccio. L’internato e’ noto agli ambienti penitenziari, perche’ negli anni si e’ reso responsabile di decine di aggressioni al personale, in tutti i 78 istituti di pena in cui precedentemente e’ stato ristretto. Si tratta di un ex atleta dotato di straordinaria forza fisica e, quindi sottiolinea il sindacato – difficile anche da neutralizzare.

“Sarebbe opportuno – commenta Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto Sappe – un intervento deflattivo dei detenuti e un adeguato incremento di organico della polizia penitenziaria. A Parma ci sono circa 530 detenuti, a fronte di una capienza di circa 400 posti: il personale di polizia penitenziaria e’ di 370 unita’, delle quali 90 sono distaccate a prestare servizio in altri istituti. L’ organico previsto dal decreto ministeriale e’ di 471 poliziotti penitenziari.

Attualmente – prosegue Durante – nel carcere di Parma ci sono 3 reparti detentivi chiusi per ristrutturazione e non potranno essere aperti per mancanza di personale”. Anche a Reggio Emilia la situazione e’ drammatica. “Stiamo chiedendo da tempo di accorpare la gestione delle due strutture, casa circondariale ed ospedale psichiatrico giudiziario – conclude Duerante – ma tutto tace. Questo progetto consentirebbe di razionalizzare l’impiego delle risorse, umane e materiali: si potrebbero recuperare almeno dieci agenti da impiegare nei servizi d’istituto, inoltre, sarebbe opportuno far rientrare almeno parte dei distaccati in altre sedi, con riferimento a coloro che non hanno gravi esigenze personali”.