E’ stato realizzato per la prima volta all’Ospedale di Carpi un intervento per l’impianto di un defibrillatore interamente sottocutaneo che, non richiedendo l’inserimento di cateteri all’interno del cuore, rende la procedura chirurgica più semplice e con meno complicanze.

L’intervento – uno dei primi di questo genere in Italia – è stato realizzato lo scorso 28 luglio dall’Unità operativa di Cardiologia, diretta dal dott. Stefano Cappelli, che fa parte del dipartimento di Area critica dell’Azienda USL di Modena, diretto dal prof. Romeo Zennaro. L’impianto è stato eseguito dal dott. Elia De Maria, con la collaborazione dei dott. Lorenzo Bonetti e Angelo Carretti, su un paziente di 45 anni affetto dalla sindrome di Brugada, una malattia cardiaca su base genetica che causa aritmie potenzialmente fatali. Il paziente sta bene ed è già stato dimesso.

In generale il defibrillatore è uno strumento “salvavita” che viene impiantato in pazienti con malattie cardiache a rischio di morte improvvisa e che funziona da “sentinella” del ritmo cardiaco: in caso di aritmie gravi e potenzialmente letali interviene erogando una scossa elettrica (shock) che ripristina il normale ritmo cardiaco. Il nuovo defibrillatore, a differenza di quelli tradizionali, viene impiantato interamente sottocute: non è necessario, cioè, inserire elettrocateteri all’interno delle cavità cardiache, l’elettrodo è inserito sotto la cute a livello del torace. L’assenza di fili e cateteri all’interno del cuore comporta una serie di vantaggi: l’intervento chirurgico è più semplice e rapido; si riducono del 90% le complicanze legate alla procedura chirurgica tradizionale (ad esempio, emorragie, perforazione del polmone, dei vasi sanguigni o delle pareti del cuore, infezioni); si elimina virtualmente la necessità di espiantare e sostituire gli elettrocateteri intracardiaci (che possono, nel tempo, usurarsi, fratturarsi o infettarsi), la cui procedura di estrazione è particolarmente difficile e rischiosa. I vantaggi sono evidenti soprattutto per i pazienti più giovani che devono “convivere” con il defibrillatore per molti anni: il nuovo dispositivo sottocutaneo è sottoposto ad un livello di usura molto minore e l’elettrocatetere sottocutaneo è stato sviluppato per durare negli anni, in teoria per tutta la vita del paziente, senza necessità di espianti e sostituzioni.

Il defibrillatore interamente sottocutaneo è, dunque, una valida alternativa ai dispositivi tradizionali, tuttavia non può essere impiantato in tutti i pazienti: per esempio, le persone di costituzione molto minuta, basso peso corporeo, scarso tessuto sottocutaneo non sono i candidati ideali al posizionamento dell’elettrodo sottocutaneo; inoltre, quei pazienti che necessitano anche di un dispositivo che funzioni da pacemaker devono ricevere il defibrillatore tradizionale con gli elettrocateteri intracardiaci.

La sperimentazione clinica sull’uomo è stata condotta negli ultimi 2 anni in diversi centri cardiologici di eccellenza (in Italia, Gran Bretagna, Olanda, USA, Nuova Zelanda) e i risultati molto positivi sono stati già pubblicati sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine: per questo il dispositivo ha già ricevuto l’approvazione per l’uso clinico dalla Food and Drug Administration (FDA) negli USA e il marchio CE in Europa.