L’assessore alle Politiche economiche critica la disposizione del Governo di attribuire la proprietà delle invenzioni ai ricercatori e non agli Atenei in cui lavorano.

“Una decisione populista e inefficiente presa da un Governo piuttosto anti-europeo e non proprio favorevole all’innovazione”. E’ questo il duro commento dell’assessore comunale agli Interventi economici Graziano Pini alla decisione di attribuire la proprietà dei brevetti a docenti e ricercatori universitari e non all’Ateneo in cui lavorano.

Il Governo, infatti, ha deciso di stralciare il decreto legislativo sull’articolo 65 del Codice della proprietà industriale mantenendo la precedente condizione, introdotta dal decreto Tremonti – Moratti nel 2005, che prevede di attribuire la proprietà dei brevetti al personale universitario e non all’Ateneo in cui lavora, “al contrario di ciò che accade in pressoché tutti gli altri Paesi avanzati”.

“In questo modo – prosegue Pini – si obbligano le università ad inventarsi convenzioni private e aggiramenti dell’ostacolo per evitare i danni della norma, che ha un significato strategico errato. Con essa, infatti, si mantiene la contraddizione che consente al personale di acquisire il brevetto, in forma di proprietà privata, utilizzando strutture e risorse pubbliche dell’ateneo o dei centri di ricerca. Tra l’altro, vista l’esperienza condotta negli ultimi anni da diversi uffici universitari e pubblici di valorizzazione della ricerca e trasferimento tecnologico, compreso quello dell’Università di Modena e Reggio Emilia, non si comprende – conclude l’assessore – come un ricercatore possa sostenere le spese di brevettazione di un’invenzione solo con il proprio stipendio e il proprio budget”.