“E’ soprendente come solo dopo decenni dalla sua costruzione – dichiara il dott. massimo Becchi presidente di Legambiente Reggio Emilia – finalmente Enel abbia attuato il rilascio di acqua dalla diga del Lagastrello, in attuazione alla normativa che impone a chiunque capti delle acque superficiali di rilasciarne una parte, il cosiddetto deflusso minimo vitale (DMV) ossia una quota che permetta comunque la vita del corso d’acqua”.

“Nel caso specifico il torrente Enza è sempre stato lasciato completamente asciutto per alcuni chilometri dopo la diga del Lagastrello che ha formato il lago Paduli ufficialmente in provincia di Massa-Carrara, che capta le acque delle sorgenti del torrente e le devia sulla sponda parmense per produrre energia, rilasciandole dopo alcuni chilometri attraverso nell’Enza stessa. In questo tratto il fiume fino a poche settimane fa era sparito, trasformandosi in una sassaia dove solo in caso di pioggie o di invaso troppo pieno venina immessa acqua. Ora Enel ha posizionato un tubo che scorre nella scarico di troppo pieno della centrale e porta acqua direttamente nel torrente. Un passaggio culturale e tecnico enorme, ma con una portata ridicola, tanto che pochi metri dopo l’acqua scompare per riafforare in parte più a valle. Per permettere la vita acquatica del torrente è necessario aumentare il deplusso minimo vitale, ora presente ma insufficiente. L’impatto della Diga è infatti stato devastante sul torrente, facendolo sparire per chilometri e ci sono voluti decenni per arrivare al posizionamente di un tubo che portasse acqua al torrente”.